Ticket, siglato l'accordo per il tetto massimo alle commissioni
Secondo le stime di Ascom Confcommercio Bergamo ad accettare i ticket a Bergamo e provincia sono oltre 800 tra trattorie, bar, ristoranti, negozi di alimentari.
Il tema interessa 58.200 lavoratori tra Bergamo e provincia per un valore annuale di oltre settanta milioni di euro. Parliamo dei "ticket", o buoni pasto. Con l’approvazione del Decreto legge Aiuti di Stato, il tetto del 5% alle commissioni a carico di bar, ristoranti, esercizi di vicinato, supermercati e ipermercati nelle gare per l’acquisto dei buoni pasto destinati ai dipendenti pubblici è diventato legge.
Accordo sul tetto alle commissioni per i ticket
Si tratta di un primo risultato del lavoro che ha visto unite le associazioni della ristorazione e del commercio per rispondere al disagio di migliaia di imprese costrette a pagare una tassa occulta del valore di centinaia di milioni di euro per assicurare il servizio ai lavoratori che utilizzano ogni giorno il buono pasto. Secondo le stime di Ascom Confcommercio Bergamo ad accettare i ticket a Bergamo e provincia sono oltre 800 tra trattorie, bar, ristoranti, negozi di alimentari.
Il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini esprime «soddisfazione per il ritorno ad una misura più equa delle commissioni». Aggiunge: «In tempi di costi e burocrazie crescenti è assolutamente positivo che si inizi a ragionare in termini di tutela degli operatori commerciali, abbandonando l’idea che tutto si sistemi in maniera autonoma, e riconoscendo che ogni settore necessita di margini minimi che ne garantiscano la sopravvivenza».
Ma serve una riforma strutturale
Un passo importante in un momento di difficoltà, che punta a migliorare, o quantomeno dare dei paletti precisi, a un sistema che comunque lamenta ancora la necessità di una riforma strutturale. Uno degli aspetti mancanti è quello riguardante la possibilità di intervenire anche sulle gare private, che oggi non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono due terzi del mercato. Inoltre, Confcommercio Bergamo sottolinea che «occorre adottare modelli di regolazione mutuati da altri Paesi europei, mettendo al centro la salvaguardia del valore reale del buono pasto, da quando viene acquistato dal datore di lavoro a quando viene speso dal lavoratore. Ed è bene ricordare che questo strumento prevede già importanti vantaggi sia per il datore di lavoro con la decontribuzione, sia per il lavoratore con la defiscalizzazione».
A commentare la questione anche Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo Filippo Caselli: «Esprimiamo soddisfazione per il ritorno ad una misura più equa delle commissioni. In tempi di costi e burocrazie crescenti è assolutamente positivo che si inizi a ragionare in termini di tutela degli operatori commerciali, abbandonando l’idea che tutto si sistemi in maniera autonoma, e riconoscendo che ogni settore necessita di margini minimi che ne garantiscano la sopravvivenza».