Imeri tira dritto sul Giudice di pace: si chiude. "Costi troppo alti e nessuna disponibilità dagli altri Comuni (ma li capisco)"
Confermata la decisione di chiudere l’ufficio di via Bellini.
Nessuna retromarcia: l'Amministrazione comunale di Treviglio guidata dal sindaco Juri Imeri conferma la decisione di chiudere l’ufficio del Giudice di Pace. L’opposizione, che ha presentato una mozione per chiedere di sospendere ogni decisione e confrontarsi con i sindaci del circondario, l’Avvocatura e le rappresentanze delle professioni, non è quindi riuscita a far cambiare idea al sindaco e alla sua maggioranza. Bocciata la mozione, come prevedibile si arriverà alla soppressione dell'ufficio di via Bellini, dipendente dalla Corte d'appello di Brescia.
Giudice di pace, la protesta del Pd
«Se pensiamo al numero di udienze e di parti o di testimoni che partecipano a ogni udienza, abbiamo idea dell’indotto che l’Ufficio oggi crea alla città - ha sottolineato Laura Rossoni del Pd - Con la riforma del 2017 il Giudice di pace vedrà un importante ampliamento delle competenze. Sarà infatti competente per le cause di valore fino a 30 mila euro e per il risarcimento dei danni prodotti dalla circolazione di veicoli e di natanti fino a 50 mila euro e avrà competenza generale in materia condominiale. Chiudere l’Ufficio del Giudice di Pace di Treviglio - ha proseguito il consigliere del Pd - significa che i cittadini, non solo di Treviglio, ma soprattutto di Treviglio, avranno la vita molto più complicata se vorranno chiedere giustizia. Significa assumersi una responsabilità pesante, perché una volta chiuso non si potrà più riaprire. Chiudere è una scelta politica e discrezionale che noi riteniamo sbagliata e controproducente. Per questo chiediamo che venga quantomeno sospesa».
Imeri: "Costi troppo alti e nessuna disponibilità dagli altri sindaci (ma li capisco)"
Parole che non hanno convinto il primo cittadino. Che, anzi, ha sottolineato le risorse messe in campo in questi anni dal Comune per garantire il servizio e il fatto che la giustizia debba essere garantita dallo Stato e non dagli enti locali. «Innanzitutto preciso che nessuno ha deliberato di notte in stanza chiusa a luci spente, quasi come un golpe - ha esordito Imeri nella sua replica - In otto anni abbiamo speso oltre un milione di euro che forse avrebbero fatto comodo ai cittadini. Oggi noi abbiamo la necessità di potenziare alcuni servizi per esigenze legate ai bandi. E siccome abbiamo quattro dipendenti che operano nell’ufficio del Giudice di pace la scelta è stata questa. Per noi è la strada giusta. È una scelta politica di cui mi assumo responsabilità perché l’ho proposta io alla maggioranza. Su compartecipazioni miste non ci sono scenari al momento, perché nessuna disponibilità è arrivata da altri colleghi sindaco e li capisco anche».
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