Medici di base Treviglio, la rassegnazione fuori dalla Cad chiusa: ottomila cittadini abbandonati da Ats
Le voci dei pazienti dopo la chiusura dell'ambulatorio di Continuità assistenziale diurna.
Aggiornamento: si è radunato nel tardo pomeriggio di lunedì 6 giugno il Tavolo tecnico per l'emergenza medici di base a Treviglio: ecco cos'ha deciso
Lunedì mattina, ore 10. All'ambulatorio della "Cad" di Treviglio, in viale Piave, è un via-vai continuo. Sono decine i pazienti rimasti senza medico di base che nonostante l'annunciata chiusura della Continuità assistenziale diurna, in città, a partire da oggi, lunedì 6 giugno, hanno ugualmente tentato anche l'ultima carta pur di ottenere le ricette di cui hanno spesso urgente bisogno. Disperati, hanno deciso di presentarsi davanti all'ambulatorio vuoto e chiuso, nella speranza di fermare un medico qualunque e strappare una prescrizione volante. O perlomeno, di ritirare prescrizioni prenotate giorni fa, che sembrano essersi smarrite in una specie di limbo.
Ottomila cittadini abbandonati
Sono ottomila i cittadini trevigliesi della Geradadda (gli ex mutuati dei medici dimessisi nei mesi scorsi a Treviglio, Caravaggio, Casirate e Brignano) dimenticati e abbandonati da Ats Bergamo letteralmente a loro stessi. In questi mesi hanno fatto i salti mortali anche soltanto per ottenere una normalissima ricetta, se non per farsi visitare. E se a inizio maggio avevano salutato l'apertura della Cad come una boccata d'ossigeno, sabato mattina dopo l'annuncio del sindaco Juri Imeri hanno dovuto constatare amaramente che la boccata d'ossigeno è durata meno di un mese. Nessun medico ha infatti dato la propria disponibilità a tenere aperto l'ambulatorio CAD della seconda città della provincia di Bergamo. Un forfait che potrebbe trascinarsi, questo il timore di molti, per ben più di un solo mese.
Il tavolo di lavoro per i Medici di base
Oggi, sollecitato dal sindaco, è stato convocato a Bergamo il Tavolo di coordinamento sulla situazione dei Medici di base in provincia di Bergamo, e all'ordine del giorno ci sarebbe proprio la situazione di Treviglio. Ma cosa fare nel frattempo? A chi chiedere una mano? Le richieste per impegnative e ricette sono ancora una volta ammucchiate alla mercé di chiunque, su un espositore di plastica della sala d'aspetto. Esattamente come settimana scorsa, quando la fotografia delle buste con nomi e cognomi dei mutuati esposti sullo stesso identico ripiano, aveva fatto il giro del web locale. Qualcuno ne ha consegnate anche oggi, nonostante la Cad al momento sia congelata per tutto il mese di giugno.
"Stiamo provvedendo ad avere tutte le ricette consegnate alla data del 3 giugno. Appena possibile verranno fornite ulteriori istruzioni per il ritiro - recita laconicamente un cartello affisso alla vetrata d'ingresso - Sono in corso interlocuzioni organizzative".
Arrivano i carabinieri
Nulla di più: due frasi su un foglio A4, che suggeriscono più domande che risposte. Tra i pazienti c'è più rassegnazione e desolazione che rabbia, ma per sicurezza questa mattina si è presentata in viale Piave anche una pattuglia di carabinieri, per monitorare la situazione ed evitare che eventuali proteste potessero generare tensioni sociali.
I pazienti spazientiti e rassegnati
"Vengo dal Pronto soccorso, dove mi hanno indicato una terapia da seguire per una patologia che sto curando praticamente soltanto tramite la Sanità privata - racconta Giulia, una delle tante pazienti che affluiscono senza sosta al primo piano della palazzina - Arrivo e scopro che la Cad non c'è più e che dovrò rivolgermi alla guardia medica, stanotte".
Aurelia Marchesi, ex mutuata della dottoressa Valentina Avallone, sta cercando di ottenere delle ricette per il marito.
"Ha cambiato terapia il 31 maggio, non sono ancora riuscita ad avere i farmaci di cui ha bisogno... - spiega - Possibile si sia arrivati a tanto? Cosa fa se resta senza medicine? Telefoni al numero dedicato e non risponde nessuno: serve un'ora per trovare la linea libera. Ho chiamato un medico per sapere cosa fare, e chiacchierando diceva che la colpa è della Moratti: i continui tagli hanno portato a questo. Non lo so: a me sembra che la Moratti sia stata messa lì apposta per gestire questa situazione, ma certamente a continuare a tagliare chi ne va di mezzo sono i soliti poveri diavoli".
Anche Piera Possenti, sconsolata, cerca di avere accesso a delle prescrizioni per patologie croniche prenotate ormai giorni fa.
"Via mail, inizialmente - racconta - Ma mi hanno risposto, lunedì, che il servizio di prenotazione via mail non funziona più. Così martedì mattina mi sono presentata qui e mi spiegano che avrei dovuto preparare una busta con i documenti, le esenzioni e il codice fiscale per avere le ricette. Mercoledì faccio per consegnare il tutto e scopro che, in un giorno prefestivo, la Cad è chiusa. Venerdì finalmente ho consegnato la busta con le mie richieste. Stamattina scopro che la Cad non esiste più".
La speranza resta appesa al Tavolo di questo pomeriggio: non che possa risolvere il problema, ma che almeno riesca ad appoggiare sull'emergenza una pezza appena più duratura di quelle sperimentate finora.
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