Economia

Lavoro in Bergamasca, la richiesta di personale cresce del 45%

Tra le più ricercate ci sono le figure non qualificate. Difficoltà invece a reperire gli operai e impiegati specializzati.

Lavoro in Bergamasca, la richiesta di personale cresce del 45%
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Anche il mondo del lavoro, in provincia di Bergamo, inizia a lasciarsi alle spalle i due anni drammatici segnati dalla pandemia. A confermarlo sono i dati riguardanti la richiesta di personale che, rispetto al 2020, segna un amento del 45%.

Cresce la richiesta di personale

Anche nell’ultimo trimestre 2021 si è registrato, seppur con ritmi inferiori, un aumento delle richieste di personale giunte alle Agenzie per il lavoro della provincia. La domanda da parte delle imprese è infatti aumentata del 45% rispetto allo stesso periodo 2020 e dell’1% se si guarda al terzo trimestre 2021. Se da un lato viene quindi confermata la tendenza al rialzo cominciata alla fine del 2020, dopo la netta battuta d’arresto legata alla pandemia, comincia ad evidenziarsi anche un certo rallentamento della dinamica.

Considerando i dati relativi all’intero anno 2021, il numero di richieste giunte alle Agenzie è comunque cresciuto del 44% rispetto al 2020; in particolare per il personale non qualificato la domanda è quasi raddoppiata.

Ricercate anche figure non qualificate

L’analisi dell’Osservatorio Confindustria Bergamo-Agenzie per il Lavoro, che si riferisce al settore del lavoro somministrato e si focalizza sulle richieste delle imprese e non sui contratti effettivamente stipulati, evidenzia che, anche per quanto riguarda l’ultimo trimestre 2021, le figure maggiormente ricercate sono state quelle relative alle varie tipologie di conduttori di impianti, pari al 36,3% delle richieste complessive. Seguono i non qualificati con il 28,8% dei profili. Nella classifica emergono anche gli addetti alla consegna delle merci, le cui domande assorbono il 14,3% del totale.
Fra i conduttori di impianti, i più richiesti sono gli operatori di robot industriali (12%), seguono gli addetti alle macchine confezionatrici (4,9%), i conduttori di macchinari per la lavorazione della gomma (4,4%), gli addetti alle macchine dell’industria chimica (4%) e gli addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (3,4%).

Mancano gli specializzati

Alla crescita della domanda si accompagna anche la difficoltà nel reperire molti profili. Scarseggiano, infatti, diverse figure di operai specializzati, in particolare montatori, manutentori, installatori di attrezzature elettroniche, fonditori e saldatori. Fra i conduttori di impianti, viene evidenziata la non facile reperibilità degli operatori di robot industriali. Problemi simili, nell’ambito degli impiegati esecutivi, si pongono anche per gli impiegati contabili. Criticità vengono infine anche segnalate per i tecnici in campo ingegneristico, i tecnici informatici, i tecnici della salute e i tecnici della produzione.

Aziende prudenti di fronte al contesto precario

“Il quadro dell’ultimo trimestre 2021 – sottolinea Paolo Piantoni, Direttore Generale di Confindustria Bergamo – conferma sostanzialmente la tendenza in atto, caratterizzata da una dinamica della domanda ancora elevata da parte dell’industria e dalla spiccata carenza sia di figure tecniche sia, in diversi casi, di figure non specializzate. Tuttavia cominciano a emergere segnali di prudenza da parte delle imprese, legati a un contesto economico meno positivo, che rendono ancora più urgenti azioni di sistema a livello territoriale per favorire il miglior incontro fra domanda e offerta di lavoro”.

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