Covid, il calo rallenta: “Non è una quinta ondata, ma il virus non è scomparso”. E questo meteo non aiuta…
In alcuni paesi della nostra zona si è registrato un leggero aumento dei contagi . Cosa sta succedendo? C’è da preoccuparsi, di nuovo? Per Ats, no

Mentre i riflettori di tutto il mondo, giustamente, sono puntati sulla guerra in Ucraina e sulle drammatiche conseguenze che porterà con sé anche nel resto d’Europa, continua il monitoraggio anche della pandemia di Covid-19, che nonostante fortunatamente sia ancora del tutto sotto controllo, non è affatto finita e deve continuare ad essere tenuta sott’occhio dalle autorità sanitarie. Come sta andando nella nostra zona?
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I dati Covid, Comune per Comune
I dati diffusi settimanalmente da Ats Bergamo rilevano da alcune settimane un rallentamento della discesa dei nuovi casi, dopo l’impressionante “fiammata” della quarta ondata. In alcuni Comuni, anche nella nostra zona, nell’ultima settimana si è registrato anche un leggero aumento dei contagi settimanali. Si tratta di Caravaggio (+13 casi, da 36 a 49), Cologno (+9), Antegnate e Fontanella (+7), Bariano, Cividate, Comun Nuovo, Misano (+5), ma anche Castel Rozzone, Cavernago, Covo, Romano (+4), Brignano, Barbata, Capriate, Cortenuova, Boltiere, Calvenzano e Ciserano.
Cosa sta succedendo? C’è da preoccuparsi, di nuovo? Al momento, spiega Alberto Zucchi, direttore del Servizio epidemiologico aziendale di Ats Bergamo, non è il caso.
Nel grafico, l’andamento dei contagi settimanali in ogni Comune della Bergamasca. Cerca il tuo.
Come nella scorsa, anche nell’ultima settimana in Bergamasca si è rilevato “un più rilevante rallentamento della discesa della curva epidemica relativa ai valori di incidenza”, “in linea con l’andamento nazionale”. Una situazione “che avvicina la curva ad una situazione di stasi”.
“Cosa può aver determinato l’attuale rallentamento della decrescita? - spiega Zucchi - Certamente non si può affermare che stia iniziando una nuova ondata epidemica; potrebbe essere un aumento temporaneo, anche legato a fisiologiche fluttuazioni statistiche del trend di incidenza sul breve periodo, che a breve auspichiamo si normalizzerà. Quando si manifestano questi segnali, tuttavia, è utile attivare tutte le precauzioni necessarie, ormai note. Le persone devono rendersi conto che il virus non è scomparso, da qui purtroppo la necessità sull’uso delle mascherine, l’igienizzazione delle mani, l’areazione degli ambienti, l’evitare gli assembramenti soprattutto nei luoghi chiusi. Quando siamo arrivati a più di 4.000 casi giornalieri a gennaio (con il picco di 4.709 casi il 6 gennaio), le persone hanno certamente adottato un atteggiamento più precauzionale. In queste ultime settimane, invece, la sensazione è che si sia allentato quell’atteggiamento di prudenza comportamentale”.
Complice il meteo
Un aiuto alla circolazione del virus arriverebbe anche dal meteo.
“Dopo una parvenza di temperature primaverili che è perdurata parecchio, gli abbassamenti degli ultimi giorni, riportandoci in pieno inverno, certamente hanno favorito le occasioni di contagio. Per di più, le situazioni di aggregazione legate alle feste di Carnevale e alle diverse manifestazioni di pace, hanno certamente giocato un ruolo, difficile da quantificare, ma indubbiamente presente”.
Ospedali, nessun impatto
La cosa rassicurante, e importante, è che al momento non ci sono segnali di pressione sugli ospedali.
“In termini di impatto sui ricoveri, fortunatamente, non si evidenziano, al momento, variazioni significative sulla diminuzione dei ricoveri ordinari, né su quello delle terapie intensive – continua Ats Bergamo - Il monitoraggio prosegue giornalmente, perché è noto che gli impatti sui ricoveri tendono ad esserci dopo circa una settimana successivamente agli aumenti di incidenza”.