Carretta sull'emergenza in Bergamasca: "Nessuno vuol più fare il medico di base, persa un'occasione"
Su 36 nuovi inserimenti in Provincia di Bergamo, ben 24 medici lasceranno il posto entro fine mese definendo il mestiere troppo “brutto”.
Nessuno vuol più fare il medico di base. E' la sensazione emersa in seguito all'udizione dei medici di base chiamati in Commissione sanità del Consiglio regionale lombardo. A lanciare l'allarme è Niccolò Carretta (Azione) che ha parlato di "un'occasione sprecata per rivoluzionare la territorialità delle cure".
Medico di base: un lavoro troppo "brutto"
I numeri portati in Commissione dai medici di base sono quantomeno allarmanti. Su 36 nuovi inserimenti in Provincia di Bergamo, ben 24 medici lasceranno il posto entro fine mese definendo il mestiere troppo “brutto”. Rinunce che, sommate ai pensionamenti previsti per i prossimi anni, segnano un declino di attrattività della professione e un rischio molto alto di collasso del sistema. Sistema, tra l'altro, che già da tempo ha mostrato falle notevoli con Comuni che di punto in bianco si sono trovati senza medici disponibili e pazienti rimbalzati da una parte all'altra senza poter essere seguiti a dovere. Il tutto in tempo di Covid, con tutti i disagi e i problemi sanitari causati dalla pandemia.
Carretta (Azione): "Sprecata un'occasione"
“La maggioranza ha sprecato un’occasione unica per rivoluzionare la territorialità delle cure attraverso la riforma della Legge 33/2009 che è stata approvata a dicembre - ha commentato Carretta - Azione ha presentato numerose proposte per ridare dignità a questo lavoro e per provare a cambiare rotta già nell’immediato. Proposte ritenute probabilmente troppo rivoluzionarie per la politica conservatrice di Regione Lombardia, come l’aumento del numero delle borse di studio e l’incremento del compenso dei medici con stanziamenti regionali, l’assunzione di infermieri di supporto e di personale amministrativo per le pratiche burocratiche e un sistema di remunerazione simile a quello anglosassone che lega la parte aggiuntiva dello stipendio a servizi straordinari da parte dei medici”.
“In mezzo a tanti partiti che, a tutti i livelli istituzionali, si riempiono la bocca, Azione è stata l’unica a denunciare da tempo la situazione e a fare proposte sostenibili e concrete per invertire la tendenza che porterà presto al collasso il sistema regionale - ha aggiunto - Le nostre proposte, nonostante siano state respinte in prima istanza, sono di nuovo a disposizione se la maggioranza dovesse dimostrare una volontà politica sincera e seria di cambiare le cose, altrimenti, in occasione delle elezioni regionali del 2023, ci affideremo al buonsenso dei cittadini lombardi che quotidianamente vivono i disservizi del sistema sanitario promosso dalla destra”.