Giornata della Memoria

Giornata della memoria: Caravaggio rende omaggio al suo grande architetto Banfi

Fondò il gruppo BBPR, che avrebbe progettato tra l'altro anche la celeberrima Torre Velasca di Milano.

Giornata della memoria: Caravaggio rende omaggio al suo grande architetto Banfi
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L’Anpi di Caravaggio e l'Amministrazione comunale rendono omaggio a Gian Luigi Banfi in occasione della  Giornata della Memoria . L’architetto di origini caravaggine morì a Mauthausen, in Austria, a soli 35 anni. Una rosa rossa è stata posata mercoledì dall'associazione nella via intitolata al grande progettista, vittima della ferocia nazista. Una rosa anche sulla tomba nel cimitero cittadino, che lo ricorda. Gesti carichi di sentimento e significato per un uomo che, per motivi politici, come altri milioni di esseri umani conobbe e non sopravvisse all’orrore dei lager. Oggi, Giornata della Memoria, anche l'Amministrazione comunale con il sindaco Claudio Bolandrini ha deposto dei fiori all'imbocco della strada. Con lui il vicesindaco Ivan Legramandi, l'assessore Claudia Ariuolo e il  presidente del consiglio Carlo Mangoni.

Banfi, un "caravaggino" nello storico studio BBPR, che progettò il Pirellone

Dopo gli studi al Politecnico, completati nel 1932, Gian Luigi fondò con i colleghi Lodovico Barbiano Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers lo storico studio di architettura e urbanistica «BBPR», che diverrà punto di riferimento per l’architettura razionalista italiana e, a partire dall'emanazione delle leggi razziali del 1938 ma soprattutto durante il periodo di occupazione nazifascista, per la Resistenza milanese e per il movimento Giustizia e Libertà, di cui fu tra i fondatori come del Comitato di liberazione nazionale. Negli anni seguenti, il gruppo fondato anche da Banfi avrebbe progettato tra le altre cose la celeberrima Torre Velasca di Milano.

L'arresto e la morte a Mathausen

Animatore del Partito di Azione a cui si avvicinò nel 1942, nel marzo del 1944 Gian Luigi Banfi venne arrestato assieme a Belgiojoso per la sua attività antifascista. Ambedue condannati senza processo alla deportazione con l’accusa di spionaggio e distribuzione di stampa clandestina, vennero internati dapprima nel carcere di San Vittore, quindi furono tradotti a Fossoli, poi a Bolzano e infine a Mauthausen. Qui, nel sottocampo di Gusen, Gian Luigi morì di privazioni e stenti il 10 aprile 1945. A pochi giorni dalla fine della guerra.

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