Case e ospedali di comunità: "Un piano in tre fasi per potenziare la sanità del territorio"
I progetti coinvolgeranno anche Treviglio e Martinengo.
Via libera dalla Giunta Regionale al progetto di localizzazione delle case e degli ospedali di comunità. Una casa di comunità in programma anche a Treviglio e un ospedale di comunità a Martinengo.
“Con questo provvedimento andiamo a potenziare la sanità del territorio, aggiungendo nuovi servizi a quelli già esistenti. Si tratta della prima di tre delibere che andranno ad individuare progressivamente tutte le strutture in cui i servizi saranno erogati. Un piano ambizioso ma necessario al fine di dare risposte ancora più efficienti a pazienti e cittadini”.
E' quanto sostenuto dagli esponenti regionali della Lega, il capogruppo Roberto Anelli, i consiglieri Alex Galizzi, Giovanni Malanchini, Monica Mazzoleni e l’assessore Claudia Terzi.
Coinvolti Treviglio e Martinengo
“Per quanto riguarda la provincia di Bergamo, la prima tranche prevede la realizzazione di quattro case di comunità (Treviglio, Dalmine, Sarnico, Grumello del Monte) e tre ospedali di comunità (Martinengo, Ponte San Pietro e Calcinate)”.
"Nelle prossime delibere di Giunta saranno integrate nel progetto altre strutture in modo da ricoprire in maniera uniforme l’intera provincia di Bergamo, anche nelle zone più periferiche - proseguono gli esponenti del Carroccio - il prossimo passo vedrà la collaborazione attiva dei sindaci e degli Enti locali, per definire la realizzazione di un ulteriore 20% di case e ospedali di comunità presso gli edifici di proprietà degli Enti locali stessi. Infine, con la terza delibera, che verrà approvata entro il mese di febbraio 2022, saranno localizzate le case e gli ospedali di comunità i cui servizi verranno erogati in collaborazione con i medici di medicina generale, il privato accreditato e il privato sociale”.
Chiudono gli esponenti della Lega “nel mese di luglio sono stati stanziati 700 milioni di euro per dare risorse e tempi certi all’attuazione del piano per la Lombardia, che è la prima Regione d’Italia a deliberare in questa direzione”.
Scandella: "Bisogna potenziare i servizi che non ci sono"
“Il rischio riguardo alle case della comunità - le nuove strutture previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e pensate per migliorare la sanità fuori dagli ospedali, filtrare gli ingressi al Pronto Soccorso, agevolare l’accesso alla rete dei servizi territoriali - è che finiscano per essere qualcosa di già esistente a cui è stato semplicemente cambiato il nome, un’operazione di maquillage che non offre servizi aggiuntivi o più capillari. Anche istituirle dentro ad un ospedale risponde più ad un’esigenza organizzativa dell’azienda che non al bisogno dei territori di avere un presidio nelle aree che oggi ne sono sprovviste”.
È così che il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella interviene in merito alla delibera approvata dalla giunta lombarda l’11 ottobre scorso che, nell’ambito della nuova riforma sanitaria lombarda, non individua in Val Seriana nessuna struttura idonea a svolgere la funzione di casa o ospedale di comunità.
“Per quanto riguarda la Val Seriana, dunque, il fatto non è che resti senza case della comunità - non sarà così, ce ne saranno molte e verranno approvate nella seconda delibera regionale, entro dicembre - ma che queste portino effettivamente ad un miglioramento dei servizi offerti alle persone. Su questo è fondamentale tenere alta l'attenzione e spingere perché tutti gli attori coinvolti - enti locali, Ats e Asst, erogatori privati, professionisti, associazioni - lavorino insieme per riuscirci. La sanità territoriale in Lombardia ha bisogno di cambiare davvero: ci sono il tempo e le risorse per farlo, non cogliere questa occasione sarebbe imperdonabile".