"Tampon tax, a Treviglio le farmacie comunali facciano sconti sugli assorbenti mestruali"
I prodotti sanitari per il ciclo mestruale sono un bene primario, ma sono tassati al 22%. A Treviglio una proposta per calmierare i prezzi nelle farmacie comunali.
"Vogliamo che gli assorbenti femminili abbiano prezzi calmierati nelle farmacie comunali". E’ la proposta che sarà presentata martedì sera in Consiglio comunale dai rappresentanti dell’opposizione a Treviglio. Erik Molteni (Pd) ha presentato una mozione (supportata da Laura Rossoni, Cristina Ronchi, Emanuele Calvi e Gianluca Pignatelli) che chiede anche alla Giunta di sollecitare Governo e Parlamento a ridurre o eliminare la tassa su questo tipo di prodotti.
Cos'è la Tampon tax
Si tratta della cosiddetta "Tampon Tax", un tributo che grava su assorbenti interni, esterni e coppette mestruali, su cui da anni è in corso un dibattito. "In diversi paesi dell’Unione Europea e del mondo si è aperta una discussione sull’entità e l’opportunità di questa imposta dato l’aumento del costo di questo bene definibile primario - ha premesso Molteni - Infatti, stando al principio incontrovertibile per cui il ciclo mestruale è una funzione involontaria dell’organismo femminile, ne consegue automaticamente come necessario l’uso di beni igienici femminili".
Bene primario tassato con l'aliquota massima
In Italia, come viene spiegato anche nella mozione, sono in vigore tre aliquote Iva: 4% (aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità), 10% (aliquota ridotta, applicata a determinati prodotti alimentari, a particolari operazioni di recupero edilizio e ai servizi turistici), e 22% (aliquota ordinaria, per tutto il resto). I prodotti sanitari per il ciclo mestruale, nonostante costituiscano un bene primario, sono sottoposti all’Iva del 22% cioè l’aliquota massima contemplato dal sistema fiscale italiano, equiparandoli a beni di lusso. A differenza di altri paesi, dove l’Iva è stata ridotta se non addirittura eliminata. In Francia, ad esempio, la "Tampon tax" è stata ridotta dal 20 al 5,5%, in Belgio dal 21 al 6%, nei Paesi Bassi è al 6%, in Spagna è stato previsto di abbassarla dal 10 al 4%, in Germania è stata abbattuta dal 19 al 7%. In Irlanda, addirittura, non viene applicata Iva su questi beni mentre nel Regno Unito, in aggiunta, si distribuiscono gratuitamente i prodotti sanitari femminili alle studentesse in contrasto alla "period poverty".
Cosa può fare il Comune (e Ygea)
Proprio su quest’ultimo fenomeno (in italiano tradotta come «povertà mestruale»), l’opposizione chiede che il Comune solleciti la Regione a prevedere "un piano di agevolazioni economiche per l’acquisto di prodotti sanitari e igienici femminili per le fasce più deboli".
Il cuore della mozione riguarda però ciò che l’Amministrazione può fare per andare incontro alle sue cittadine. "Invitiamo il sindaco e la Giunta a verificare con Ygea Srl (la società che gestisce le farmacie comunali, ndr) la possibilità di applicare prezzi particolarmente contenuti e promozionali sui prodotti sanitari e igienici femminili - chiedono i consiglieri di minoranza - e ogni altra eventuale iniziativa per migliorare la disponibilità e l’educazione all’uso di questi prodotti da parte delle donne e in particolare delle fasce più svantaggiate".
Andrea Palamara