Gera d'Adda: Scoperte due tombe romane ad Arzago. L'eccezionale ritrovamento - TreviglioTV
Redazione, 3 febbraio 2017
Due tombe di epoca romana ritrovate nelle campagne arzaghesi, durante gli scavi per la realizzazione della Variante alla Provinciale Bergamina, la bretella stradale di collegamento lunga circa 4 chilometri, tra il casello Brebemi di Treviglio e la Rivoltana.
Una nuova traccia del passato, lontano oltre venti secoli, che viene alla luce. Due sepolcri funebri, probabilmente di epoca romana, sono stati ritrovati nei giorni scorsi nelle campagne di Arzago.
A portarli alla luce sono stati gli addetti della ditta «Vitali» che stanno lavorando alla realizzazione della variante alla strada Provinciale «Bergamina», la bretella di collegamento tra il casello autostradale di Brebemi a Treviglio, a Nord, e la Provinciale «Rivoltana», a Sud. Un’opera complementare al tracciato autostradale «A35» che per 4 chilometri circa correrà ad Est degli abitati di Casirate e Arzago e che dovrà portar fuori dai due paesi il traffico, soprattutto dei mezzi pesanti diretti verso il cremasco e il lodigiano.
Le due tombe romane sono state ritrovate durante le operazioni di scavo, in un’area di cantiere limitrofa alla zona dove passerà la nuova strada ad alto scorrimento. Erano «nascoste» sotto al terreno, a poco più di un metro di profondità ai margini di una strada poderale. La zona è stata recintata e sul posto sono intervenuti gli esperti archeologi della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Brescia competente anche per la bergamasca. I tecnici hanno provveduto a rimuovere con cura i residui di terra, scavando per far riemergere le antiche tombe. All’interno dei sepolcri in pietra, di forma rettangolare, sono stati ritrovati anche i corredi funebri composti principalmente da vasellame in ceramica. Tutti i reperti sono stati rimossi e verranno custoditi nei magazzini della Soprintendenza per essere studiati, catalogati, prima di trovare una degna esposizione in qualche museo storico-archeologico.
Un ritrovamento dal valore storico importante quello avvenuto ad Arzago, non il primo nella Bassa bergamasca. Al «Dignone», tra Romano e Cortenuova, alcuni anni fa venne alla luce un intero villaggio precedente all’anno Mille. Nel 2011, poi, tra Covo e Romano era emersa una piccola necropoli: una ventina di sepolture risalenti all’anno Mille ritrovate in un’area ora occupata da un progetto di edilizia popolare. Altri scheletri erano stati ritrovati l’anno prima a Treviglio, sotto la piazza. Un reperto unico nel suo genere, infine, è la «situla», un secchio in bronzo risalente a 2.500 anni fa ritrovato durante i lavori per la realizzazione della nuova tangenziale Ovest di Caravaggio. A novembre scorso il reperto, restaurato, è entrato a far parte del «Mago», il Museo archeologico delle grandi opere che ha sede nel castello di Pagazzano.
Tra i resti dell’Arzago classica, «Arciacus» il nome latino dell’antico villaggio, il più curioso resta il tronco di colonna scannellata che faceva parte, probabilmente, di una villa di epoca romana che esisteva nei pressi della «Foppa Marcia» (dietro le attuali scuole). Scoperta durante il Medio Evo, fu portata in paese e collocata vicino alla vecchia chiesa e nel 1995 fu ricollocata davanti agli archi d’ingresso del castello De Capitani. Ancora oggi l’«Abbraccio» alla colonna, da parte del sindaco di Arzago neoeletto che giura di esercitare il mandato con rettitudine e per il bene del paese e dei suoi cittadini, ricalca l’antico rito podestarile risalente alla fine del XII secolo.
Stefano Rivoltella