Il caso

Un altro filare devastato a Masano

A Masano, frazione di Caravaggio, per denunciare l'ennesimo taglio di alberi nelle campagne della pianura.

Un altro filare devastato a Masano
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Continua lo scempio degli alberi a filare nella Bassa. Sabato, le Guardie ecologiche volontarie della provincia di Bergamo sono intervenute a Masano, frazione di Caravaggio, per denunciare l'ennesimo taglio di alberi nelle campagne della pianura.

Filari abbattuti tra Masano e il fontanile

La zona è quella a est della frazione caravaggina, tra il cimitero e il fontanile Vascapine. In un campo sul lato sud della strada bianca che porta all'area naturale c'era un grande filare di platani, alcuni dei quali decisamente importanti, con diverse decine di anni di vita. Ancora da capire chi sia il responsabile, ma nel giro di alcune ore diversi fusti sono stati abbattuti e fatti sparire, forse nell'intento di indebolire progressivamente il valore ambientale della riva e arrivare, piano piano, all'abbattimento completo della piccola area boschiva. L'intervento, spiegano le Guardie ecologiche volontarie, è stato eseguito "in sfregio al nuovo Regolamento di Tutela degli Alberi a Filare" e stando a quanto denunciano le Gev anche senza autorizzazione all'Ersaf. "La Polizia Locale è stata informata e di sicuro, grazie all'efficienza del Nucleo Ecologico gli autori verranno perseguiti secondo Legge" hanno scritto ieri i volontari sulla loro pagina Facebook.

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Non è il primo caso

Non è il primo intervento di abbattimento di alberi in piena campagna che fa discutere. Nelle scorse settimane anche il boschetto spontaneo  cresciuto a pochi metri da casello Brebemi di Bariano. Anche qui, piano piano, le piante stanno lentamente sparendo.

Urgnano, il bosco di Cascina Spina

A pochi chilometri di distanza, a Urgnano, settimana scorsa era toccato a un  bosco spontaneo nell'area di Cascina Spina, dove attorno a una rete di capannoni abbandonati negli ultimi anni erano spontaneamente cresciuti diversi alberi anche ad alto fusto.   Abbattuti uno dietro l'altro, in settimane di lavoro.

L'ex consigliere comunale Olivo Campana parla di un vero e proprio scempio, quando si è trovato davanti a "una distesa vuota e degradata di alberi di 45-50 anni abbattuti, filari di ceppaie, cataste di ramaglie, radici strappate. Ed era  l’unico polmone verde rimasto vicino all’abitato di Urgnano".

Per l’Amministrazione comunale però, tutto sarebbe sotto controllo. Nella località sono infatti presenti alcuni capannoni che negli anni ‘70 erano impiegati per l’allevamento di volatili, abbandonati da circa un trentennio. Lo stop alle attività umane ha fatto sì che la natura si riappropriasse dei suoi spazi, creando un folto bosco, ma recentemente si è fatta avanti una nuova impresa che ha intenzione di riqualificare l’area.  "Per portare a termine la riqualificazione è stata condotta una pulizia degli argini, una rimozione delle piante cadute in seguito agli eventi atmosferici e una pulizia delle piante che avevano occupato la zona dei capannoni - ha spiegato il sindaco Efrem Epizoi - con l’amministratore delegato abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione. L’idea è infatti quella di ripiantumare gli alberi abbattuti. Su quei capannoni ci sono circa 20mila mq di amianto e la proprietà ci ha avvisato che l’intenzione è quella di bonificare il sito".

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