Da Regione Lombardia

Presentati i centri vaccinali massivi, previsti anche centri mobili

Fontana: "Speriamo in un nuovo passo. E’ l’unico sistema che abbiamo per contrastare il virus".

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Oggi, mercoledì 3 marzo, alle 13, all’auditorium Gaber di Palazzo Pirelli è andata in scena la conferenza stampa del presidente della Regione, Attilio Fontana, della vicepresidente Letizia Moratti, dell’assessore Pietro Foroni e del coordinatore della campagna vaccinale Guido Bertolaso per illustrare provvedimenti approvati dalla Giunta in relazione al ‘Piano vaccinale anti-Covid’ della Lombardia.

Fontana: “Ora serve cambiare passo sull’arrivo dei vaccini”

Attilio Fontana ha annunciato che la Giunta ha assunto due provvedimenti.

“Il primo è relativo all’individuazione dei punti vaccinali, per la fase della vaccinazione massiva che ci auguriamo presto possa iniziare, appena arriveranno i vaccini. Speriamo in un nuovo passo, andando verso un periodo dove vaccinare in maniera massiccia. E’ l’unico sistema che abbiamo per contrastare il virus”.

Il secondo provvedimento invece riguarda gli investimenti, sempre in materia sanitaria.

“A disposizione 4miliardi per il periodo 2021-2028 e poi una serie di altri dettagli che si riferiscono all’adeguamento tecnologico e alla qualità”.

Obiettivo 170mila vaccini al giorno

Il piano per la vaccinazione di massa, con l'individuazione di centri in cui saranno effettuate le somministrazioni, la previsione di effettuare circa 170.000 vaccini al giorno per arrivare all'obiettivo di completare le vaccinazioni entro il giugno 2021 coprendo 6,6 milioni di residenti in Lombardia.

"Con la delibera approvata oggi in Giunta per i centri massivi - ha spiegato la vicepresidente Moratti - proseguiamo nella direzione intrapresa la scorsa settimana in coerenza con il nostro 'modello misto' (strutture ospedaliere, Rsa, mondo della sanità) e nel rispetto delle linee guida nazionali per concludere entro giugno 2021 la campagna vaccinale, compatibilmente con l'arrivo delle dosi necessarie dei vaccini. Abbiamo individuato - ha aggiunto la vicepresidente - d'intesa con le Ats e i Comuni, i centri vaccinali necessari al completamento della vaccinazione massiva entro il mese di giugno 2021 coinvolgendo 6,6 milioni di cittadini".

Tre fasi di vaccinazione

Tre le fasi individuate per le vaccinazioni: la Fase 1 per gli Operatori Sanitari e ospiti RSA, la Fase 1 Bis che riguarda la Rete sanitaria extra-ospedaliera, rete territoriale, Sistema, rimanenti ulteriori professioni sanitarie ed infine la Fase 1 Ter riguarda gli ultra ottantenni.

"Per completare le vaccinazioni entro il mese di giugno - ha aggiunto - è necessario garantire circa 170.000 vaccinazioni al giorno. I centri vaccinali massivi individuati garantiscono una capacità pari a circa 140.000 somministrazioni di vaccino al giorno. Alla capacità dei centri massivi si aggiungono circa 30.000 somministrazioni al giorno garantite dalle strutture sanitarie private (ospedali e ambulatori) e dal canale distribuito (MMG, farmacie, somministrazioni domiciliari, aziende)".

Accordo con Poste Italiane

La vicepresidente Moratti ha infine illustrato l'accordo gratuito con Poste Italiane che gratuitamente mette a disposizione la sua piattaforma, utilizzata in altre regioni, per rafforzare le adesioni e le prenotazioni dei vaccini attraverso l'accesso per i cittadini da tutti i punti offerti da Poste italiane (portale, call center, uffici postali, portalettere) e la disponibilità per i cittadini di scegliere quattro date possibili.

"La scelta di Poste è scelta strutturale - ha chiarito la vicepresidente - e sarà operativa fra 3 settimane".

La polemica con gli specializzandi

Bertolaso si è detto “addolorato” per la polemica sui medici specializzandi, che sono stati chiamati per un mese a vaccinare i cittadini.

“C’è una norma. Hanno scelto di fare medicina secondo un codice deontologico, che dovrebbe essere un mantra, un punto di riferimento. Ci sta che attacchino Bertolaso, non ci sta che i medici dicano che spacciare attività di vaccinazione come attività formativa è denigrante. Di fronte ad un’affermazione del genere mi domando che futuro possa avere questo paese. Se questi sono i nostri giovani colleghi, c’è da preoccuparsi. Scriverò al Prefetto di Milano per avere l’elenco degli specializzandi che lavorano in Lombardia. La prima volta ha risposto solo un rettore. Andiamo avanti secondo ciò che prevede la legge: definiamo e verifichiamo se non ci siano omissioni da parte da chi ci deve trasmettere elenco”.

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