Troppe poche dosi di vaccino anti-Covid dallo Stato, la Lombardia valuta "acquisti autonomi"
Per l'assessore: «se le cose dovessero rimanere come prospettato dal commissario Arcuri, non saremo in grado di vaccinare tutta la popolazione entro giugno».
Da domani, lunedì 15 febbraio, in Lombardia gli ultra 80enni potranno prenotare il vaccino contro il Covid-19. Non è però ancora risolto il problema del rifornimento delle dosi, che ha già pesantemente rallentato la campagna vaccinale nelle scorse settimane. Secondo il neo assessore alla Sanità lombarda Letizia Moratti, il problema potrebbe far saltare i piani di vaccinare il 70% dei lombardi entro giugno.: circa 6,6 milioni di persone.
Troppe poche dosi in arrivo
Il problema in fondo è sempre lo stesso: la disponibilità dei vaccini. Nel tardo pomeriggio di venerdì 12 febbraio l’assessore al Welfare Letizia Moratti è stata molto chiara: "Se le cose dovessero rimanere come prospettato dal commissario Arcuri, la Lombardia non sarà in grado di vaccinare tutta la popolazione entro giugno".
Molte le incognite
Il motivo è che "le categorie tra i 55 e gli 80 anni dovrebbero essere coperte con i vaccini Pfizer e Moderna, che al momento sono insufficienti". Ovviamente, da qui alle prossime settimane le cose potrebbero cambiare: non solo potrebbero arrivare più dosi di questi vaccini con l’implementazione delle produzioni, ma potrebbero anche arrivare nuovi vaccini, attualmente in fase di valutazione.
L’ipotesi dell’acquisto autonomo di dosi
Allo stesso tempo, però, questa incertezza non aiuta di certo la programmazione. Per questo motivo, Moratti ha anche detto che «verificheremo se ci sono i requisiti per gli acquisti autonomi». A quanto pare, dunque, Regione Lombardia sembra voler provare a seguire la strada intrapresa da Zaia in Veneto, che da diversi giorni ha annunciato di essersi mosso sul mercato internazionale per valutare l’acquisto di dosi di vaccino in maniera autonoma.