Forno crematorio a Spino d'Adda: polemica sull'eventuale installazione
Per i tecnici, la costruzione del forno non avrà ricadute sulla salute pubblica
Nessuno lo vuole, però ce n’è bisogno. La discussione intorno al forno crematorio che l’Amministrazione di Spino d’Adda vorrebbe installare in paese.
La videoconferenza
Fa discutere in questi ultimi giorni l’idea dell’Amministrazione di costruire un forno crematorio a Spino d’Adda. Tutto nasce dalla proposta che Regione Lombardia ha fatto ai Comuni, dal momento che si stima che entro il 2024 serviranno nuovi templi crematori per soddisfare la richiesta territoriale, in continua crescita. La presentazione della manifestazione di interesse comunale si è tenuta mercoledì in un incontro online convocato dal Comune, coinvolgendo gli esponenti della politica locale. Invitati a prendere parte alla videoconferenza, la sezione locale della Lega col segretario Luciano Sinigaglia, il PD con Roberto Galli e i rappresentanti delle varie associazioni AVIS, Gruppo Vita, Pro Loco, Protezione civile.
Emissioni ridotte
Il tecnici intervenuti, fra cui il Prof. Fabio Conti di Pavia, hanno spiegato che il forno crematorio non avrà alcun impatto sull’inquinamento dell’aria e sarà dunque sicuro per la popolazione, ma intorno a questo scenario ci sono opinioni contrastanti. A dirsi contrario, il segretario del Carroccio, non del tutto persuaso in merito all'utilità e alla salubrità del forno.
"La conferenza a cui abbiamo partecipato è stata di parte, senza un contraddittorio alle parole del professore - ha detto Sinigaglia - Ci hanno detto che ogni salma impiega un'ora il forno, che sarà quasi sempre in funzione, escluso durante la notte. Anche se ridotte, le emissioni ci sono e in una zona già inquinata come la Pianura padana, possiamo essere certi che i venti spazzino via i fumi prodotti dal forno, o questi stagneranno come la nebbia sopra le nostre teste? Visto che sto ricevendo diverse telefonate di cittadini preoccupati, è mia intenzione approfondire la possibilità di effettuare un referendum. Chiederò al segretario comunale se sia contemplato, ma penso di sì, trattandosi di salute pubblica"
Le altre polemiche
Sinigaglia non è stato il solo a lamentarsi. Anche il comitato "No Cemento selvaggio" ha chiesto chiarezza, lamentando la mancanza di un prospetto chiaro, visionabile, sull'impatto delle emissioni. Sul fronte della politica lombarda, fa eco il consigliere regionale Marco Degli Angeli, in forza al Movimento Cinque Stelle.
“Le alte temperature dei forni crematori raggiungono i mille gradi centigradi e i fumi rilasciano diverse sostanze tossiche tra cui il monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo oltre che a metalli pesanti - ha commentato - Tutte queste valutazioni potranno essere ovviamente più precise quando si avranno i dettagli del dimensionamento e dei numeri a regime”.
Il consigliere grillino si chiede se l’area abbia davvero bisogno di nuovi forni, citando le considerazioni dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente.
“Partendo dal fatto che a Spino d’Adda l’eventuale forno crematorio andrebbe probabilmente a posizionarsi vicino al cimitero e di conseguenza, anche se nella fascia di salvaguardia di 200 metri, vicino al centro abitato e comunque in una zona che è ad alta produttività agricola, mi chiedo se davvero il comune abbia valutato l’impatto di ricaduta e di bisogno di un nuovo forno crematorio considerando quello di Lodi a meno di 30 km. La condivisione con la cittadinanza rimane comunque il primo passo da affrontare”.
Le rassicurazioni del sindaco
Anche il primo cittadino Luigi Poli è intervenuto per chiarire i dubbi dei cittadini e coinvolgeri nell'iniziativa.
"Anzitutto dobbiamo specificare che noi non abbiamo ancora fatto alcun passo ufficiale e che se ne parlerà nuovamente in Consiglio comunale - ha dichiarato - L'installazione ha dei pro e dei contro, ma l’intervento del professore ci dice che la costruzione del tempio crematorio non andrebbe ad alterare gli equilibri ambientali. In ogni caso la nostra è solo una manifestazione di interesse. Non è neanche detto che la Regione la accolga, perché è a loro che spetta la decisione finale"
Ubicazione del forno
Il forno verrebbe costruito fra il cimitero e la Paullese, costerebbe all'incirca 4 milioni di euro e cremerebbe almeno 2000 salme all'anno. Come detto anche da Degli Angeli, per legge i forni vanno posizionati ad almeno 200 metri dalla prima abitazione più vicina, ma i cittadini si interrogano intorno a vantaggi e svantaggi di un'installazione come questa, specialmente considerando il territorio: sono già presenti tre centrali termoelettriche (Cassano, Montanaso, Bertonico) e un inceneritore a Trezzo d’Adda.
Anche la minoranza per il referendum
E anche la minoranza di "Progetto per SpinO" spinge sul pedale dell'ambientalismo, tuonando a mezzo social contro l'iniziativa comunale e minacciando un'azione referendaria qualora l'Amministrazione non intendesse desistere dalla realizzazione dell'opera.
"Progetto per Spino senza se e senza ma è contrario alla realizzazione di un forno crematorio a Spino d'Adda - si legge nella nota stampa - Il Cimitero di Spino è troppo troppo vicino all'abitato. E basterebbe questo. Ne avrebbero nocumento gli abitanti, e il valore delle loro proprietà.Si trova inoltre in un'area in cui abbiamo sempre chiesto di non procedere a nuove edificazioni. Sarebbe poi di servizio a un territorio molto vasto, dalla bassa bresciana al basso milanese, ma poco utile al nostro. In tutta questa vasta area esistono infatti posizioni meno invadenti; e insieme meglio ubicate, basti ricordare che quello di Lodi - Riolo è a soli dieci chilometri dal nostro paese. Abbiamo raccolto le opinioni di molti cittadini, e la stragrande maggioranza è contraria. Noi siamo con loro. Chiediamo al Sindaco di tornare sui suoi passi e smetterla di sponsorizzare quest'opera. Se dovesse intestardirsi chiederemo la consultazione dei cittadini, un referendum popolare per impedire che ancora una volta pochi e oscuramente decidano per tutti".
Gli spinesi scelgono sempre più la cremazione
Comunque sia, i dati su Spino ci dicono che 8 famiglie su 10 chiedono la cremazione, con tutte le difficoltà delle varie agenzie nel trovare il tempio crematorio che li accolga. Per i decessi che coinvolgono Spino, i templi crematori a cui rivolgersi sono a Cremona e Brescia, con un incremento dei costi e dei disagi per le famiglie che vogliono ricorrere a questa pratica. Ci sarebbe anche quello presente a Lodi, ma rivolgersi a una Provincia diversa dalla propria, in questi casi, è ancora più difficile.