Niente foto di Mattarella nello studio del sindech. "Ma se lui vuole la mia, gliela spedisco gratis" - TreviglioTv

Niente foto di Mattarella nello studio del sindech. "Ma se lui vuole la mia, gliela spedisco gratis" - TreviglioTv
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Giovanni Malanchini con la bandiera della Serenissima autografata da Zaia

Niente tricolore, meno che meno  bandiera europea nell’ufficio del borgomastro spiranese Giovanni Malanchini. E la foto di Mattarella? Raus. "Ma se il presidente vuole la mia, gliela spedisco gratis".

Mancava effettivamente da qualche settimana l'appuntamento periodico con le trovate indipendentiste del sindaco spiranese Giovanni Malanchini. Una delle ultime - oggetto di una lunga intervista sul Giornale di Treviglio in edicola questa settimana - era fuggita ai più, nascosta alla luce del sole. Basta infatti un'occhiata alle pareti del suo piccolo ufficio del Municipio per notare alcune assenze ingombranti, dietro alla scrivania. Mancano  le bandiere istituzionali: quella italiana e quella europea. E anche l'onnipresente (negli uffici pubblici) ritratto del Presidente della Repubblica, non si vede. " La legge impone che fuori dal Comune siano esposte le bandiere istituzionali, che infatti sventolano fuori dal Municipio - spiega lui - ma non c’è scritto da nessuna parte che debbano essere esposte all’interno degli uffici, così come non è obbligatorio appendere la fotografia del presidente. Tantopiù che le fotografie devono essere acquistate dal Ministero dell’Interno ad ogni elezione del capo dello Stato...". L'occasione perfetta, per l'istrionico Malanchini, di ingaggiare una piccola rivoluzione personale: via tutto.  Come resistere alla tentazione? Via il tricolore, niente foto. E per decorare l'ambiente, spazio alla fantasia: c'è la bandiera dell’Insubria (con il biscione e l’aquila) , il vessillo con la croce di San Giorgio (rossa su fondo bianco) e la bandiera della Serenissima Repubblica di Venezia, autografata dal presidente del Veneto Luca Zaia.  "Se Mattarella però vuole la mia fotografia, gliela mando gratis - aggiunge  - La mia, come quella di tanti altri sindaci che, a differenza di chi ci governa da Roma, si impegnano quotidianamente per i propri cittadini. Arrivo spesso in ufficio alle 5 di mattina e altrettanto spesso smonto alle 2 di notte - ha aggiunto “ol  sindech” - È evidente che io debba trovarmi a mio agio in questo ambiente. Quando alzo la testa dalla mia scrivania e vedo queste bandiere capisco perchè devo continuare a lavorare e combattere. Certe immagini, con il massimo rispetto, non avrebbero questo effetto motivante...".

Leggi l'intervista sul Giornale di Treviglio in edicola

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