Come cambierà il trasporto pubblico? Sull'autobus molti hanno paura I DATI
Prima del Covid, 9 studenti su 10 della Bassa usava il pullman, da settembre saranno 7.
È alta l'incertezza tra gli studenti, che si dovranno spostare sui mezzi pubblici dal prossimo 14 settembre. Questo, stando almeno ai dati raccolti con due questionari dall'Agenzia per il trasporto pubblico del bacino di Bergamo (Tpl) tra lo scorso maggio e giugno, e presentate di recente, tra gli studenti degli istituti superiori di secondo grado, attuali e futuri.
A settembre meno studenti sugli autobus pubblici
A livello provinciale, il 68,8 per cento degli studenti ha espresso l'intenzione certa di utilizzare il mezzo pubblico da settembre, con un calo del 19,5 per cento rispetto allo scorso anno e nonostante il trasporto pubblico acquisirà il 2,4 per cento di nuovi utenti.
Sale invece il trasporto privato, stando alle previsioni raccolte dai questionari, passando dall'11,7 per cento al 14,4. Di fatto, un abbandono del servizio pubblico. Molto alto, in particolare, il numero registrato tra gli indecisi; quasi 17 per cento del totale, formato in gran parte dagli utenti del trasporto pubblico.
«I motivi di indecisione o di abbandono del Tpl sono sostanzialmente legati a una diffidenza verso le future condizioni igienico-sanitarie in presenza di epidemia (sottolineate dall'affollamento quale elemento critico presente sul Tpl), motivo indicato dal 52 per cento delle risposte - afferma, tra le conclusioni, il documento dell'Agenzia – L'incertezza sull'organizzazione scolastica incide per il 14,2 per cento delle risposte, spesso associata all'incertezza della scelta del titolo di viaggio e alle conseguenti false spese. Oltre un quarto dei passeggeri che intendono abbandonare il trasporto pubblico condiziona questa scelta alle tipiche motivazioni del viaggio (comfrot, velocità, economicità eccetera)».
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