Tradisce il marito con il prete, condannata a risarcire

La vicenda risale al 2008, ma ieri il caso è esploso dopo la richiesta inviata all'Arcidiocesi aquilana dai legali del marito per chiedere provvedimenti

Tradisce il marito con il prete, condannata a risarcire
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Tradisce il marito con il prete, condannata a pagare un risarcimento di 15mila euro. Nessuna conseguenza per il parroco che, invece, ha ottenuto un risarcimento da parte del marito tradito di 3200 euro in paramenti sacri. Ha dell'incredibile la storia che arriva da Roma e che ha visto coinvolto il prete bergamasco don Vito Isacchi (originario di Caprino Bergamasco).

La storia

Tutto è iniziato nel 2008 quando il marito ha cominciato a sospettare che tra la moglie (sposata nel 1995 e dalla quale ha avuto due figli) e il parroco della chiesa di San Giustino, il quartiere romano dove risiedevano, ci fosse del tenero. Ben presto il dubbio è diventato certezza anche grazie alle prove raccolte da un investigatore privato. Un duro colpo per il marito che da quel momento ha iniziato a soffrire di ansia, sfiorando la depressione. Da qui la decisione di citare in giudizio i due amanti e chiedere un risarcimento per i danni psico-fisici subiti.

Un processo durato cinque anni

L'iter giudiziario, durato cinque anni e passato in giudicato circa sei mesi fa, si è concluso con la condanna della moglie al pagamento di 15mila euro. Respinta, invece, la richiesta di risarcimento nei confronti del sacerdote condannando, anzi, lo stesso marito a pagare a don Vito oltre tremila euro. A giustificare la decisione dei giudici il fatto che fosse la moglie colpevole di aver tradito il vincolo matrimoniale della fedeltà: un patto, per quanto sacro, a cui don Vito era estraneo.

Nessun provvedimento nemmeno dalla Cei

Circa due anni fa, a processo ancora aperto, i legali del marito tradito avevano inviato alla Conferenza episcopale italiana una comunicazione raccontando la vicenda e sperando quantomeno in una nota di biasimo. Invece nulla. La stessa richiesta è stata ora inoltrata anche alla Curia aquilana (don Vito da qualche anno è, infatti, parroco ad Assergi) nella speranza di ottenere una risposta. L’episodio, reso pubblico dal quotidiano abruzzese «Il Centro», ha creato un certo imbarazzo tra i fedeli e il clero riportando in discussione uno dei temi da tempo controversi: il celibato dei preti.

Il percorso ascetico e spirituale

"Don Vito Isacchi è un sacerdote incardinato nella Diocesi di Bergamo e dipende a tutti gli effetti dal Vescovo di quella Chiesa - si legge in una nota diffusa dagli uffici comunicazione dell'Arcidiocesi - Dalle informazioni raccolte, risulta che a suo tempo la questione fu esaminata attentamente dall’Ordinario della Diocesi di Bergamo che, insieme ai suoi collaboratori, prese decisioni ritenute utili al superamento del problema che era emerso. Fu richiesto a don Vito di impegnarsi in un itinerario ascetico e spirituale, da compiersi in un specifico contesto di accompagnamento personale e comunitario. Tale percorso è stato regolarmente concluso, secondo i tempi previsti e le forme stabilite".

La nuova vita in Abruzzo

Nel 2010 don Vito giunse a L’Aquila, come membro di una Delegazione-Caritas, inviata dalla Diocesi di Bergamo, per portare conforto fraterno e aiuti materiali alla popolazione terremotata. Nel quadro di questa missione, incontrò monsignor Giovanni D’Ercole, che poi lo affiancò nel cammino spirituale e lo scelse come suo collaboratore. Gradualmente si inserì nella vita della Chiesa aquilana, impegnata a testimoniare la luce e la forza del Vangelo nella drammatica situazione provocata dal sisma.
Nel gennaio 2015 è stata sottoscritta una convenzione tra monsignor Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, e monsignor Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo di L’Aquila, in forza della quale, per un triennio, è stato concesso a don Vito Isacchi di esercitare il ministero pastorale a servizio della Comunità ecclesiale aquilana.
"Negli anni trascorsi a L’Aquila, don Vito ha dato prova di fattiva dedizione nel suo ministero e di efficace competenza nello svolgimento dei compiti che gli sono stati assegnati - hanno aggiunto - Nelle parrocchie dove ha operato, si è guadagnata la stima e l’affetto della gente che ha incontrato. Mai si sono registrati problemi di ordine morale".

Le dimissioni giunte ieri

Dopo l'articolo apparso ieri sul quotidiano abruzzese "Il Centro" don Vito, attraverso una lettera indirizzata all'arcivescovo Petrocchi, si è dimesso da tutti i suoi incarichi "per evitare disagi alla Diocesi". "In questa lettera, don Vito riconosce la sua responsabilità morale e chiede scusa per il turbamento e le sofferenze provocate alla Comunità ecclesiale e sociale - hanno concluso - In particolare, precisa che intende rinunciare al risarcimento, previsto dal dettato della sentenza".

 

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