La lotta al Covid-19 passa dal plasma: Avis in campo per i test sierologici ai donatori VIDEO
Cos’è un test sierologico? Il plasma iperimmune serve per curare il Coronavirus? Sono alcune delle domande a cui il presidente di AVIS Nazionale ha risposto in questo video.
Nella ricerca di una cura contro Covid-19 si sta facendo strada la terapia basata sul plasma. Una possibilità che Avis Lombardia insieme alla Struttura Regionale di Coordinamento (SRC) di AREU sta studiando proprio nella regione più direttamente toccata dall’emergenza Coronavirus, per un ampio coinvolgimento dei donatori volontari periodici di sangue ed emocomponenti nella lotta contro l’epidemia.
Avis in campo per i test sierologici ai donatori
Avis Regionale e SRC Lombardia stanno mettendo a punto un programma coordinato e condiviso che vedrà nel prossimo futuro lavorare insieme tutta la rete trasfusionale regionale e che consentirà di sottoporre i donatori lombardi a test sierologici.
“Il test, appena disponibile, verrà effettuato in occasione di un accesso già programmato per una donazione presso la sede di raccolta – spiegano dall’Avis regionale – Al donatore che risulterà portatore ad alto titolo di anticorpi specifici per SARS-CoV-2, verrà chiesto di donare periodicamente plasma, ricontrollando nel tempo la concentrazione degli anticorpi stessi. Il donatore potrà così venire a conoscenza dell’eventuale presenza di anticorpi specifici per SARS-CoV-2, anche se ancora non si conoscono con certezza le implicazioni di tale stato e se questo sia efficace nel prevenire una nuova infezione”.
La lotta al Covid-19 passa dal plasma
Il Programma in particolare, ha la potenzialità di contribuire sia a valutare la prevalenza della diffusione dell’infezione nella popolazione di donatori sia a porre le premesse per l’invio del plasma immune raccolto tramite aferesi all’industria che lavora il plasma per estrarre le Immunoglobuline specifiche anti-SARS-CoV- 2 che potranno così essere messe a disposizione come farmaco sia nella terapia dell’infezione in atto che nella prevenzione.
“Questo progetto è un’ulteriore sfida del Sistema Sangue Lombardia, che già conta diversi studi a partire dalla sperimentazione avviata nei giorni scorsi da Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e ASST di Lodi, con il supporto del Centro di Lavorazione e Qualificazione Biologica di Pavia – IRCCS Policlinico San Matteo in partnership con Avis Regione Lombardia. – spiegano ancora da Vais Lombardia – Si aggiungono l’Iniziativa di ricerca di Mantova e due studi sviluppati dal reparto di Immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo sull’efficacia in pazienti affetti da Covid-19 del plasma di donatori ormai asintomatici e tampone negativo che però hanno sviluppato gli anticorpi specifici anti SARS-CoV-2”.
Il presidente di Avis Regionale Lombardia, Oscar Bianchi
“Sull’efficacia della terapia con plasma “immune” c’è una lunga storia, ma ogni infezione, specie questa, fa storia a sé. – dichiara il presidente di Avis Regionale Lombardia, Oscar Bianchi, e precisa – La ricerca degli anticorpi anti coronavirus non sostituisce la ricerca diretta del virus mediante tampone nasofaringeo, ma ci aiuterà a produrre immunoglobuline specifiche. Non appena avremo definito il protocollo, coinvolgeremo in maniera ufficiale tutti i donatori per la plasmaferesi, oltre 276 mila persone, creando un database di potenziali donatori di plasma iperimmune da contattare in caso di necessità. Un obiettivo che siamo certi di poter raggiungere grazie alla generosità di tutta la nostra rete e alla solidarietà che i donatori sapranno dimostrare verso i malati”.
Test sierologici e plasma iperimmune
Cos’è un test sierologico e a cosa serve? Che differenza c’è con il tampone? Cosa si intende per plasma iperimmune? E ancora. Il plasma iperimmune serve per curare il Coronavirus?
Sono solo alcune delle domande a cui il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, ha risposto in questo video per spiegare in cosa consistono e che utilità hanno le sperimentazioni avviate, ormai da diversi giorni, in varie regioni italiane.
Dall’alto titolo anticorpale, cioè ricco di immunoglobuline sviluppate durante la malattia, del plasma dei pazienti guariti (per così dire, convalescenti) e la sua efficacia per debellare il virus, ai tempi necessari alla ricerca per fornire i risultati di questa sperimentazione, il presidente ha anche spiegato come, in un futuro, il ruolo dei donatori possa diventare decisivo.
"La prima fase dello studio riguarderà il test per il dosaggio delle immunoglobuline e degli anticorpi Igg e Igm, mentre la seconda dovrà riguardare la produzione di immunoglobuline e anticorpi che, sottoforma di farmaco, possano rappresentare una terapia efficace per i pazienti che hanno contatti con il virus o, in via profilattica, per quelli immunodepressi e immunodeficienti".
Tutto questo ribadendo ancora una volta un concetto fondamentale: "L’utilizzo del plasma dei pazienti convalescenti è una terapia che si sta adottando in questo momento, ma che è sperimentale e temporanea, vista la carenza di altre strategie ad oggi inesistenti. Già in passato era avvenuto per contrastare altre malattie come Ebola, ma non potrà essere usata per sempre e per tutti i malati".