Bcc Bergamasca e Orobica

La Banca Alimentare porterà il nome di don Fausto Resmini

Il sacerdote, sconfitto dal Covid-19, ha dedicato tutta la sua vita ad assistere e sostenere gli ultimi.

La Banca Alimentare porterà il nome di don Fausto Resmini
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La Bcc Bergamasca e Orobica conferma - anche per il 2020 - il suo impegno a favore delle famiglie in stato di povertà che abitano nei paesi di competenza, con il programma “La Banca Alimentare della Bcc”.

La Banca alimentare porterà il nome di don Fausto

E’ un progetto varato nel 2010, che continua da allora senza interruzioni, attraverso il quale la Banca affianca gli Enti e le Organizzazioni che si prendono cura delle famiglie in stato di indigenza, raggiungendo la ragguardevole cifra di mezzo milione di euro, spesi per acquistare i beni di prima necessità.

"Con questa operazione riusciamo a raggiungere più di 600 famiglie - afferma il presidente Gualtiero Baresi - attraverso l’opera instancabile di quasi 200 volontari che si alternano in un compito delicato e prezioso. In questo periodo di grave crisi sanitaria ed economica il numero delle persone che si trova in difficoltà è aumentato enormemente, variandone anche la connotazione etnica. Il nostro programma solidale veniva premiato dalla presenza costante di don Fausto Resmini, il simbolo dell’accoglienza degli emarginati, dei nascosti, degli ultimi. Egli si è recato spesso nella nostra sede a salutare tutti gli operatori volontari, incoraggiandoli a continuare e li aggiornava sulla situazione generale della nostra zona; illustrava quelle che chiamava “le nuove povertà” ed era bello per tutti sentire le sue parole. Lui non c’è più, il virus lo ha portato via, così è stato naturale pensare che questa attività avrebbe dovuto essere associata a lui. Quindi da quest’anno il Progetto si chiama 'La Bcc Alimentare Don Fausto Resmini'".

Cos'è la Banca Alimentare?

Ma come funziona e quali sono i paesi coinvolti?

"La nostra banca si avvicina con delicatezza, in punta di piedi, ai Gruppi e alle Associazioni coinvolte, senza ingerenze nella loro organizzazione - spiega il Direttore generale Alberto Pecis - mettendo a disposizione un budget da spendere per acquistare i beni di prima necessità. Gli acquisti, lo stoccaggio e la distribuzione rimangono a loro appannaggio, in quanto sono realtà davvero bene organizzate e con alle spalle anni di esperienza; la loro attività, anche grazie ad un costante scambio di esperienze, copre una zona piuttosto ampia della nostra provincia. Abbiamo calcolato che, ad oggi, il cibo distribuito grazie al nostro programma abbia superato il peso di 400 tonnellate".

I centri coinvolti sono 17 e coprono gran parte del bacino di competenza della Bcc: Azzano San Paolo, Berzo San Fermo, Borgo di Terzo, Cologno al Serio, Comun Nuovo, Grassobbio, Grone, Levate, Martinengo, Pedrengo, Pognano, Scanzorosciate, Spirano, Stezzano,Torre Boldone, Urgnano e Zanica.

Situazione critica

L’emergenza sanitaria e l’allontanamento sociale che ne è conseguito ha messo in ulteriore difficoltà questo tipo di attività solidale. Le varie Caritas parrocchiali, i gruppi di volontariato, i cittadini che collaborano con i Servizi Sociali dei Comuni stanno assistendo ad un aggravarsi di una situazione già particolarmente compromessa.

"Le chiese chiuse, la gente che non può muoversi, i negozi con ingresso contingentato - afferma un volontario - hanno fatto sì che i pacchi alimentari che le famiglie generose ci portavano quando andavano a messa o che recapitavano in Oratorio, o che lasciavano a disposizione nel punto vendita sono drasticamente calati e le risorse a nostra disposizione per riempire le borse alimentari si stanno esaurendo".

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