Le testimonianze

Si riapre, bene. Ma i figli? Genitori nel limbo della Fase 2

Anche nella Bassa migliaia di genitori in attesa di riprendere il lavoro sono in una sorta di limbo.

Si riapre, bene. Ma i figli? Genitori nel limbo della Fase 2
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La chiusura delle scuole e il «lockdown» di tantissime attività lavorative, a causa del Coronavirus, ha obbligato le famiglie con figli piccoli o adolescenti ad una nuova routine giornaliera. In casa mamma e papà sono 24 ore al giorno a stretto contatto con i figli e li devono supportare anche con l’attività didattica a distanza che, con il trascorrere del tempo, si è sempre più strutturata.

L'Associazione genitori scuole di Casirate

Ne sanno qualcosa anche i genitori degli alunni che frequentano le scuole, primarie e secondarie di primo grado, a Casirate, Calvenzano e Arzago che fanno capo all’Istituto comprensivo di Casirate. Qui l’Associazione genitori scuole, guidata dal presidente Francesca Monti, si sta prodigando - come fa da quando è stata fondata - per aiutare gli istituti scolastici con raccolte fondi, incontri formativi e informativi e supporto a tante attività anche extra scolastiche.

"Inizialmente questa situazione, lo stare in casa e dover seguire i figli costantemente, ha colto impreparati tanti padri e tante madri - racconta la presidente Monti - Risultava pesante anche solo per l’acquisizione del materiale scolastico per la didattica dei figli. Devo dire che nel giro di due mesi anche quelli di noi più “impediti” nell’usare account, app o scaricare file, adesso si riscoprono più “navigati” con l’E-learning. Anche i professori, perché tra di loro c’era chi è più tecnologico ma anche chi è legato al metodo tradizionale di insegnamento". Dai banchi di scuola alla scrivania della cameretta davanti ad un pc o ad un tablet per seguire le lezioni, ci è voluto del tempo.

La didattica online? Ancora non sfruttata del tutto

«La didattica a distanza non c’è stata sin da subito, perché l’Istituto comprensivo ha dovuto attivare le piattaforme tecnologiche necessarie anche a tutelare la privacy degli alunni - prosegue Francesca Monti - Inizialmente scaricavamo i compiti dal registro elettronico, mentre dal 20 marzo è stata attivata la piattaforma ministeriale gratuita. Dopo una settimana per adattarsi è risultato uno strumento molto utile per ricevere materiale didattico e compiti, inviarli al docente e tenere i contatti con gli insegnanti. Anche se i “paletti” legati alla privacy non hanno permesso di sfruttare del tutto la tecnologia. In questi giorni, infine, per fare una didattica online protetta, sia alla primaria che alla secondaria, la scuola ha attivato una piattaforma con un suo account sicuro da utilizzare per le lezioni online che occupano qualche ora del giorno ai nostri ragazzi».

Verso una nuova normalità

Poter tornare a fare lezione, seppure a distanza e davanti ad un monitor, ha dato una parvenza di normalità agli studenti e ai genitori. «I ragazzi a casa soffrono, perché manca loro lo stare insieme ai compagni oltre a tutte le attività che riempivano le loro giornate - spiega Francesca, madre di due figli - L’E-learning i ragazzi, soprattutto quelli più grandicelli delle medie, l’hanno subito metabolizzato, mentre noi genitori e quei nonni che ancora stanno aiutando le famiglie ci siamo dovuti... adattare per andare in aiuto dei più piccoli che magari si trovano in difficoltà con file, account e portali da attivare. C’è da dire che la video-lezione, anche se da remoto, dà ai ragazzi una parvenza di ritorno alla routine quotidiana: la sveglia a una certa ora, colazione, alle 8 si inizia...».
Una «nuova normalità» per gli studenti che, a meno di stravolgimenti della situazione, si protrarrà sino al prossimo anno scolastico. E’ impensabile, infatti, oggi come oggi un ritorno tra i banchi di scuola per quest’anno scolastico. «Se devo dare un mio parere personale - puntualizza Francesca Monti - non avrebbe senso aprire le scuole per un mese. In quanti si fiderebbero a mandare i ragazzi a scuola, con il rischio del contagio? Certo, spiace. Soprattutto per quegli alunni di quinta elementare e di terza media che non possono concludere il loro ciclo scolastico in modo canonico».

Riaprire ora non avrebbe senso

E dal 4 maggio - data prevista dal Governo per una lenta riapertura delle attività lavorative - i problemi per le famiglie potrebbero aumentare, soprattutto se a lavorare sono entrambi i genitori e non hanno nonni o parenti a cui affidare i figli. «Sarà un problema davvero per tante famiglie per risolvere il quale servirebbero delle politiche sociali mirate. Chi non ha nonni che se la sentano di occuparsi dei nipoti (sempre che le norme sanitarie lo permettano, ndr) si dovranno affidare a baby sitter che hanno un costo - conclude la presidente dell’associazione genitori scuole di Casirate, guardando anche più in là della fine della scuola - In estate, poi, tra metà giugno e agosto, ci saranno ancora i Cre comunali, i Grest parrocchiali, o altri tipi di camp? Sono un appiglio importante per le coppie di genitori che lavorano, oltre a piacere ai ragazzi che li frequentano».

Leggi il servizio completo e altre testimonianze di genitori e insegnanti della Bassa sul Giornale di Treviglio in edicola o QUI, sullo sfogliabile online.

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