Nella casa di riposo di Capralba, la “Guerreschi”, non è stato registrato alcun caso di Covid-19.
Prevenzione efficace
Mentre l’inchiesta sul “Pio Albergo Trivulzio” si allarga a tante altre RSA lombarde, nel Cremasco si registra un primato non indifferente nella lotta contro il Coronavirus. Non è il caso di parlare di miracolo o fortuna, bisogna dirlo, alla “Guerreschi” le cose sono state fatte bene. Quando ancora le tv parlavano dell’epidemia cinese nella città di Wuhan, personale e medici si organizzavano per mettere in sicurezza lavoratori, ospiti e struttura, allo scopo di scongiurare il timore di uno scenario simile a quello asiatico. Il 10 febbraio, quando è stata registrata l’impennata di polmoniti nella zona, i vertici hanno deciso di isolare i 40 ospiti della struttura, ben prima quindi della scoperta del paziente codognese affetto da Covid-19, primo caso italiano.
Struttura blindata
Due mesi fa la struttura è stata parzialmente chiusa agli esterni e, nonostante nelle settimane a venire si siano comunque verificate delle polmoniti, tutti gli ospiti sono guariti. Nessuno di loro è dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso. La ricetta è stata semplice: la Rsa ha acquistato i dispositivi di protezione individuale necessari e preso contatti con tutti i parenti degli ospiti, chiedendo loro di ridurre al minimo le visite. Il personale, circa 25 persone, ha da subito indossato mascherine e guanti, disinfettato mani e superfici e predisposto l’isolamento precauzionale dei casi dubbi.Precauzioni che sulle prime potevano sembrare eccessive, ma che alla fine hanno dato i loro frutti.
Primato lombardo
Si potevano blindare con anticipo anche le altre Rsa? Questa è la domanda che sicuramente ora attanaglia chiunque abbia a che fare con l’emergenza sanitaria in corso, ma che forse è troppo tardi per porsi. Mentre al “Pio Albergo Trivulzio” sono morte dall’inizio dell’epidemia 150 persone su 1200, una percentuale di oltre il 25% superiore agli scorsi anni, a Capralba non è deceduto nessuno e questa è una notizia incoraggiante per la sanità, che nei prossimi anni dovrà cambiare regime se vorrà stare al passo con le sfide del futuro.