I dati dei contagi? "Io, sindaco e medico, non li guardo nemmeno più"
"Capisco che la situazione è complicata, ma settimana scorsa, nell'elenco dei morti è comparso pure il nome di una signora che invece era a casa, viva e in salute"
L'emergenza sanitaria legata al Covid-19 sembra in questi giorni aver toccato il famoso "picco" ed essere entrata nella fase della discesa. Ma finita l’emergenza sanitaria, restano le macerie sociali ed economiche su cui ricostruire il domani, paese per paese. A gestire fin dall’inizio la situazione, almeno da noi, sono stati nell’operatività quotidiana soprattutto i sindaci mentre i medici di base, ancora ignari di Covid-19, combattevano una guerra inconsapevole, spesso rimettendoci la vita. Nella nostra zona le figure coincidono in almeno due persone: il primo cittadino di Ghisalba, Gianluigi Conti, e quello di Rivolta Fabio Calvi, entrambi dottori. Ed entrambi tuttora al lavoro, alternando il camice alla fascia.
Dottor Conti, a Ghisalba in questo momento continua a ricevere pazienti?
Certamente continuo a ricevere i pazienti in ambulatorio. Solo quelli che non hanno sintomi però. Chi ha tosse o febbre deve chiamare in ambulatorio per fissare una visita a domicilio. Chi sta bene può venire senza problemi, ammesso che prenda tutte le precauzioni necessarie, e quindi che venga con mascherina e guanti. L'Ats, in ogni caso, ha fornito per le visite tutti i mezzi utili a lavorare in sicurezza, dandoci anche i gel disinfettanti.
Come è la situazione in generale, per quanto riguarda i malati del territorio?
Attualmente seguo 1750 pazienti. Solo una settimana fa, la situazione era veramente drammatica, sia per quanto riguarda il dato dei contagi, sia per quanto riguarda il numero dei decessi. Fortunatamente, però, mi sembra che da qualche giorno l'emergenza si sia attenuata. Il numero di pazienti che presentano sintomi riconducibili al Covid-19 sembra essere in calo. Speriamo che il trend continui a essere questo.
I dati ufficiali sono il riflesso effettivo della situazione sui territori?
Da medico, posso dire che non è così. I dati ufficiali sono relativi a chi si sottopone alla prova dei tamponi, e quindi a chi presenta sintomi e viene ospedalizzato. Tutta la restante parte della popolazione, che presumibilmente è affetta da Covid-19, se non viene ricoverata non è mappata. Ecco perché i dati della prefettura non sono attendibili. Personalmente, non li guardo nemmeno più. Capisco che la situazione è complicata, ma settimana scorsa, nell'elenco dei morti è comparso pure il nome di una signora che invece era a casa, viva e in salute. Attualmente, i dati ufficiali possono essere utili per capire la tendenza, ma sicuramente la situazione è più complessa e drammatica rispetto a quanto emerge pubblicamente.
«Sotto» il camice, poi, c’è sempre la fascia tricolore...
Beh, essere sindaco in questo momento è veramente complicato e impegnativo. Soprattutto per via della continue ordinanze da leggere, capire, interpretare e poi far applicare. Mi riferisco in particolare ai buoni per la spesa, ma soprattutto per le mascherine. La Regione ha annunciato mascherine per tutti e invece ne garantisce una ogni tre abitanti. Tuttavia, la cittadinanza ha capito che tutti ne avrebbero avuta una. Quindi, nel momento in cui viene detto ai cittadini che le mascherine sono finite, questi vengono a lamentarsi con noi, quando purtroppo abbiamo le mani legate.
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