Al Papa Giovanni XXIII

Attivo il servizio di videochiamata per i pazienti ricoverati

Il servizio è rivolto a coloro che non hanno la possibilità di utilizzare in autonomia un dispositivo smartphone o tablet ed è stato attivato grazie alle donazioni.

Attivo il servizio di videochiamata per i pazienti ricoverati
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Coronavirus, al Papa Giovanni XXIII attivo servizio per le videochiamate a casa. La tecnologia in soccorso per accorciare le distanze. Il servizio è rivolto a coloro che non hanno la possibilità di utilizzare in autonomia un dispositivo smartphone o tablet ed è stato attivato grazie alle donazioni giunte in queste settimane e alla disponibilità di un team di operatori tecnici e professionisti sanitari.

In videochiamata dall'ospedale

E’ entrato in funzione il servizio che permette di mantenere i contatti con familiari dei pazienti ricoverati in tutti i reparti di degenza covid-19 dell’ASST Papa Giovanni XXIII, comprese le terapie intensive ed il Pronto Soccorso. L'attività è garantita al momento dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 15.30.

Notevole la dotazione di strumentazione tecnologica a disposizione per effettuare le videochiamate a casa: già presenti nei reparti 45 dispositivi tra mini tablet e smartphone. Altri 30 andranno ad aggiungersi in settimana. E’ previsto l’arrivo di molti altri dispositivi a breve e l’elenco si aggiorna di giorno in giorno grazie alla generosità di molti soggetti. Tutti i dispositivi vengono controllati, messi in funzione e dotati di SIM e di software dal team di Antonio Fumagalli, direttore dell’ICT Information and Communications Technology, che proprio in questi giorni è stato impegnato tra l’altro nella messa a punto della rete informatica del presidio ospedaliero alla Fiera di Bergamo.

Telefonate emozionanti

Grazie al personale della Direzione Professioni Sanitarie e Sociali, è stato organizzato e testato nei giorni scorsi il percorso di supporto, al fine di verificarne la fattibilità e le procedure di sicurezza. Sono già 30 i pazienti ricoverati in reparti Covid-19, inclusa una terapia intensiva, ad aver usufruito del servizio.

“Il servizio è stato molto gradito da parte di parenti e degenti – ha riferito Andreina Scotti, coordinatrice infermieristica di terapia intensiva -. Particolarmente emozionante il suo utilizzo da parte di due pazienti ricoverati in terapia intensiva, uno dei quali ha potuto parlare in videochiamata sia con il figlio che con la moglie”.

La collaborazione tra il personale sanitario e il personale tecnico-informatico ha consentito di ottenere rapidamente i contatti telefonici delle persone di riferimento dei pazienti attingendo a quanto documentato nella cartella clinica elettronica.

Il Coordinatore Tecnico di Neurofisiopatologia Paolo Conte e tutta l'équipe di tecnici di neurofisiopatologia si occuperanno di garantire il servizio al letto del paziente applicando le necessarie misure di sicurezza per limitare il rischio di contaminazione del dispositivo e trasmissione del virus.

Tantissime richieste

Il servizio è stato apprezzato anche dal personale sanitario che lavora a contatto con i pazienti: favorire le relazioni affettive e i rapporti  con i familiari permette di accompagnare in maniera positiva il percorso terapeutico e l’aggiornamento dei familiari stessi sulla sua evoluzione. Il servizio è attivabile dal coordinatore infermieristico o dal direttore delle strutture di degenza  secondo le modalità operative indicate dalla Direzione Aziendale. E le richieste arrivate sono già molte.

“La gestione clinica delle persone assistite affette da COVID-19, come abbiamo imparato a conoscere, comporta per tutti i pazienti l'isolamento e l'impossibilità di avere contatti diretti con famigliari e persone di riferimento – si legge nella nota informativa interna del direttore sanitario Fabio Pezzoli -. Allo stesso tempo coloro che al domicilio attendono notizie sulle condizioni cliniche di quanti hanno lasciato alle cure dei professionisti sanitari, vivono con preoccupazione lunghi giorni di attesa. Ringrazio chi ci ha donato i dispositivi e tutti gli operatori del Papa Giovanni che si stanno adoperando per garantire anche questo servizio”.

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