cologno al serio

Parrucchieri ed estetiste abusivi ai tempi del Covid, l'appello dei regolari

La titolare di un salone di acconciature colognese ha chiesto aiuto al sindaco Chiara Drago. Ma il problema è diffuso in tutta Italia.

Parrucchieri ed estetiste abusivi ai tempi del Covid, l'appello dei regolari
Pubblicato:

"Che senso ha chiudere le nostre attività quando parrucchieri ed estetisti abusivi a domicilio continuano a recarsi nelle case delle persone senza rispettare nessuna norma sanitaria e fiscale?" Se lo chiedono e lo chiedono alle istituzioni i tanti titolari di saloni di acconciature e di centri estetici costretti a fermarsi a causa del Coronavirus. E Daniela Modina, titolare del salone "Beautrì Parrucchieri" di Cologno al Serio chiede aiuto al sindaco Chiara Drago.

Parrucchieri ed estetiste abusivi a domicilio, l'appello di una colognese

"Sindaco Chiara Drago - scrive Daniela Modina in un accorato appello - Faccio appello al suo ruolo e al suo desiderio di rendere questo comune un esempio per tanti altri. Consapevole del numero di impegni che si ritroverà ad affrontare in un periodo di emergenza come questo, le chiedo, con tutte le mie forze, di intervenire contro i parrucchieri e le estetiste abusive che stanno girando per le case, o che ricevono persone presso il proprio domicilio. Perché violano le regole due volte. Una volta incassando denaro impropriamente. Una volta rischiando di diffondere il coronavirus. Gli artigiani sono cuore vivo e pulsante di questa comunità. Oggi sono chiusi e frustrati perché non possono lavorare, né essere vicini alla propria clientela. Lasciare soli questi artigiani, e per di più permettere a chi non rispetta le regole di farsi beffe di chi paga le tasse, dà lavoro e rispetta il  prossimo, è un crimine di cui, certo, lei si rifiuterà di diventare complice. Per questo le chiedo di denunciare questo fenomeno. Perchè la sua voce è importante e potrà essere più ascoltata della mia. Sindaco, dimostri quanto rispetto ha per le regole e per chi le deve rispettare. Non ultimo lo faccia per chi è messo in ginocchio da questa situazione e comincia a chiedersi se abbia davvero senso rispettare le regole in un paese in cui, troppo spesso, se la passa meglio chi non lo fa. Sindaco, col modo in cui sceglierà di schierarsi, racconterà molto dei suoi valori e del senso di legalità che intende ispirare in tutta la comunità! Conto, contiamo su di lei, lanci forte il suo appello. Si schieri contro l'abusivismo!"

L'allarme di Confartigianato

Quello degli "abusivi del benessere" è un problema che, se c'è sempre stato, si fa ancora più sentire in questo particolare momento. Tanto che anche Confartigianato ha emesso una nota nei giorni scorsi per porre l'attenzione sul fenomeno

"Un salone di acconciatura o un centro estetico aperti oggi, un operatore che offre i propri servizi presso il proprio domicilio o presso quello del cliente, è certamente abusivo. Di fronte a questa drammatica emergenza, oggi ancora più di ieri è necessario porre la massima attenzione per tutelare la propria e l’altrui salute, rispettando alla lettera quanto disposto per il contenimento dell’epidemia da Coronavirus, quindi non uscire e non ricevere in casa operatori abusivi. Confartigianato Benessere invita quindi tutti a restare a casa, acconciatori ed estetiste riaccoglieranno presto tutti i propri clienti offrendo tutta la sicurezza e la competenza di sempre".

Problemi anche alla riapertura

Oltre al problema nell'immediato l'attività degli abusivi di queste settimane potrebbe creare grosse difficoltà ai regolari anche dopo la riapertura. "Noi comunque - spiega la colognese Daniela Modina - dovremo rispettare tutte le norme per la sicurezza nostra e del cliente. Mentre queste persone continueranno a non farlo". Anche alla riapertura di saloni e centri estetici sarà infatti inevitabile ricominciare gradualmente, probabilmente con accessi contingentati in negozio per ridurre il rischio di contagi. Saloni aperti, spese fisse da pagare, meno clienti e meno incassi, senza contare che nel frattempo qualcuno, attirato dai prezzi più bassi e dalla comodità del servizio a domicilio, potrebbe anche decidere di non tornare più dal parrucchiere di fiducia. Un ulteriore danno a una categoria che è stata tra le prime a dover chiudere i battenti a causa dell'epidemia.

TORNA ALLA HOME

 

Seguici sui nostri canali