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Non disinfettate i gatti con la candeggina: morto un micio nel Cremasco

C'è inoltre il problema del randagismo, derivante dall'assenza di sterilizzazioni nelle colonie feline. La denuncia di una veterinaria della zona.

Non disinfettate i gatti con la candeggina: morto un micio nel Cremasco
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Gli animali domestici non sono un veicolo di contagio del virus. Ma ciò nonostante, sono già diversi i casi segnalati nelle cliniche veterinarie della zona. Padroni apprensivi, pensando di "sterilizzare" le zampe dei loro animali, li hanno intossicati. Un gatto, portato alla clinica veterinaria di Crema, non ce l'ha fatta.

A lanciare l'allarme, e a sollecitare una breve riapertura delle attività veterinarie non d'emergenza, è Laura Gatti, titolare della struttura di Vaiano. Che ha già visto due casi di intossicazione su gatti in queste settimane. Il consiglio è quello di disinfettare le zampette con salviettine igienizzanti per animali alla clorexidina, fermo restando che gli animali domestici, anche secondo l’Enpa, non sono un veicolo di contagio.

Il problema del randagismo

C'è inoltre il problema del randagismo, derivante dall'assenza di sterilizzazioni nelle colonie feline. Sono infatti bloccate tutte le prestazioni veterinarie non indispensabili, comprese quelle che normalmente i veterinari praticano sui gatti liberi. Solo in caso di emergenza, quindi se gli animali stanno male, si configura lo stato di necessità ed è quindi possibile recarsi in clinica portando sempre con sé l'autocertificazione.

"Il problema randagismo riguarda maggiormente i gatti delle colonie feline – ha spiegato la veterinaria – Noi siamo convenzionati con l’Ats per la sterilizzazione annuale, ma al momento non è possibile effettuare i ricoveri di questi animali, che rischiano di accoppiarsi e generare altra prole destinata al randagismo. Ecco perché è incomprensibile lo stop impostoci. Con tutta probabilità, nei prossimi mesi avremo un’escalation di randagismo conseguente alle nuove nascite".

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