Il decreto Milleproroghe dà l'ok a biogas e digestato, Coldiretti esulta
Approvato l'mendamento che riapre i bandi, per l’ammissione agli incentivi.
“Il via libera agli incentivi per i nuovi impianti di produzione di energia elettrica da biogas, biometano e digestato di potenza inferiore a 300 kW è un grande risultato ottenuto dalla Coldiretti”. E’ quanto ha affermato il presidente Ettore Pandini in riferimento all’approvazione dell’emendamento al Milleproroghe che riapre i bandi, nell’anno in corso, per l’ammissione agli incentivi per i nuovi piccoli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Ok a biogas e digestato
“Si tratta di un intervento atteso dalle imprese agricole impegnate in un difficile processo di innovazione per lo sviluppo sostenibile” ha precisato Prandini nel sottolineare l’importanza della norma per sostenere l’economia circolare e sostenere i primati green dell’agricoltura italiana.
“Una norma che riguarda gli impianti nell’ambito del ciclo produttivo di una impresa agricola e di allevamento realizzati dagli imprenditori agricoli contribuisce al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di economia circolare diretti a salvaguardare e a migliorare la qualità dell’ambiente e a garantire un utilizzo efficiente e razionale delle risorse naturali - ha sottolineato la Coldiretti - Si torna così ad utilizzare la sostanza organica anche per contrastare la preoccupante desertificazione dei terreni”.
Coldiretti a sostegno delle energie rinnovabili
“L’approvazione dell’emendamento completa il sostegno alle energie rinnovabili di origine agricola che Coldiretti ha fortemente chiesto - si continua nella nota - ricordando come già la legge di stabilità abbia previsto il diritto di continuare ad usufruire di un incentivo sull’energia elettrica anche agli impianti alimentati a biogas con obbligo di utilizzo di almeno il 40% di effluenti zootecnici entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2007 che non abbiano avuto modo di riconvertire la produzione di biometano per effetto dei ritardi nella fase di approvazione e quindi di attuazione del DM 2 marzo 2018 di incentivazione del biometano”.
Impianti a biogas, biomassa e digestato
Gli impianti biomassa usano materiale vegetale coltivato appositamente, foraggio che non serve a sostentare gli animali ma per coltivare e trasportare il quale si consumano oltre al suolo, anche carburante, acqua e pesticidi. Impianti che tante polemiche e proteste hanno suscitato negli anni per via del traffico dei Tir anche in zone vicine alle abitazioni e quindi rumore, inquinamento e odori molesti, ma che grazie agli incentivi che oggi non ci sono più, sono cresciuti esponenzialmente.
Gli impianti a biogas funzionano invece con il 97% di reflui zootecnici delle aziende agricole e il 3% di scarti alimentari. Nel digestore che li raccoglie si verificano quattro reazioni chimiche attraverso le quali si sviluppa una percentuale del 50-60% di metano, a seconda della qualità dei reflui e del funzionamento dell’impianto, il resto sono gas meno pregiati. Un processo che peraltro avviene già in natura dove il metano si disperde nell’atmosfera, ma qui viene velocizzato riscaldando i reflui a circa 40 gradi. Tutto il biogas (metano + gas meno pregiati che passano in un sistema di filtri e di abbattimento) finisce in un motore che li brucia e produce energia pulita. Il riscaldamento dei reflui avviene mediante recupero del calore del motore e dei gas di scarico.
Il digestato è il sottoprodotto del processo di digestione anaerobica e può essere utilizzato come materiale fertilizzante sulle principali colture agrarie.