Romano

Gli irreverenti auguri natalizi dei Cuori infranti VIDEO

La band di Romano nei giorni scorsi ha pubblicato un video musicale per salutare l'arrivo del nuovo anno e infondere speranza e coraggio, a modo loro, alla città colpita duramente dalla pandemia.

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La rock band di Romano "Cuori Infranti" ha pubblicato un video musicale per salutare l'arrivo del nuovo anno e infondere speranza e coraggio, a modo loro, alla città colpita duramente dalla pandemia. Con il loro stile,   a dir poco... dissacrante.

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Gli auguri in musica

“Festeggeremo con lacrime oscene, son lacrime di pene”. Suona così il nuovo brano natalizio del gruppo, che con "l'eleganza e l'ineguagliabile  sagacia" che li contraddistingue ha deciso di salutare questo maledetto 2020 con una sana risata, spronando i concittadini a  rialzare la testa e tornare alla vita dopo il calvario della pandemia. Eccoli quindi  a giocare sul significato della "Famiglia" e delle feste natalizie, lanciando  il messaggio d'auguri in una "jingle hit" che a poche ore dal lancio web è diventata virale. E che contiene anche un'apprezzata citazione alla nostra testata.

La clip dei Cuori infranti

Nel video il frontman Max Rossi interpreta un cantante trap, improvvisatosi neomelodico per  esaudire la richiesta del "padrino" don Fabio Baccanelli, di sentire la canzone giusta per salutare l'arrivo del nuovo anno. Il padrino -  circondato dai suoi picciotti, su tutti Andrea “stecchino” Rossi - però non sembra aver gradito il testo un po' troppo colorito  della canzone del neomelodico. Il finale della clip resta aperto per un sequel (di Capodanno?). Il messaggio però è l'augurio di un 2021 che chiuda il duro periodo di crisi che ha avvolto la città.

Il messaggio di speranza

“Abbiamo voluto fare questo video per poter lanciare un messaggio di speranza e di coraggio soprattutto per chi è stato colpito dalla pandemia in modo grave - ha detto Max Rossi - L'abbiamo fatto a modo nostro, per far sentire la nostra vicinanza, dopo tanto, troppo tempo, senza concerti e senza una vita sociale, limitata dalle norme di sicurezza sanitaria. Vogliamo ripartire dalla nostra città, dalla nostra gente”.

Leggi l'intervista completa su RomanoWeek in edicola venerdì.

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