Il fascino del paracadutismo in una due giorni dedicata ai Caduti della Meloria
Un evento che rende omaggio a Giuseppe Facchetti, il 20enne caravaggino che perse la vita nel tragico incidente del 1971
Il mondo del paracadutismo tra storia e contemporaneità, attraverso iniziative culturali, sportive e sorvoli in elicottero sulla città. È l’evento dedicato alla memoria del paracadutista caravaggino Giuseppe Facchetti e dei caduti della Meloria, vittime del tragico incidente aereo avvenuto il 9 novembre 1971, in Toscana. Il suo nome è «Vivere il paracadutismo ieri e oggi» e vedrà la luce sabato 4 maggio e domenica 2 giugno, sostenuto dalla «Bcc Caravaggio e Cremasco» e promosso dal Comune con l’Ufficio Cultura, dalla «Compagnia teatrale Corpo di Bacco» e dal «Gruppo Paracadutisti Caravaggio», sezione Anpdi Val Cavallina, in collaborazione con molte realtà del territorio bergamasco come «Skydive Valcavallina».
Un evento per ricordare i Caduti della Meloria
In anteprima ne parla il presidente di «Corpo di Bacco», Claudio Barbaglio.
"La giornata di sabato 4 maggio parlerà del paracadutismo di ieri e sarà aperta alle 16 da una mostra di modellismo e reperti storici originali, a cura del “Gruppo Paracadutisti Orobico” e dell’Associazione Arma Aeronautica Aviatori d’Italia - ha spiegato - quindi alle 17 è prevista anche una conferenza a cura del divulgatore storico Gioele Sasso, fondatore del canale YouTube “La Biblioteca di Alessandria”, che conta 200mila iscritti. Attraverso aneddoti e fatti storici racconterà le battaglie di El Alamein durante la Seconda Guerra Mondiale nello scacchiere del Nordafrica, con il piglio di chi la Storia non solo la conosce ma la ama e la sa trasmettere. La conferenza sarà intervallata da alcuni brevi pièce teatrali in ricordo del centenario dalla nascita di Sergio Bresciani, volontario artigliere classe 1924, la più giovane medaglia d’oro al valor militare italiana concessa alla memoria".
Non potrà mancare anche un intervallo gastronomico, e saranno gli «Amici della Porchetta» a far leccare i baffi ai presenti.
"In serata, alle 20.45, nel chiostro di San Bernardino spazio allo spettacolo teatrale “Ciao ragazzi”, ispirato sempre alle battaglie di El Alamein, scritto sulla base delle testimonianze di chi combattè al fronte africano, con racconti tratti dai diari di guerra di diversi reduci. Metteremo in scena i momenti più caldi e difficili vissuti da giovani spesso mandati al massacro, tra momenti di eroismo e fratellanza anche con il nemico e atti di pura e umanità. La trama segue le vicende di un paracadutista della Folgore e delle avventure di cui fu protagonista, fino alla disfatta delle colonie italiane".
La seconda tappa del grande evento un mese dopo, in occasione della Festa della Repubblica e promette spettacolo.
"Il 2 giugno l’evento si concentrerà sul paracadutismo oggi - ha proseguito Barbaglio - al campo sportivo di via Castoldi ci saranno lanci di professionisti a partire dalla mattinata che, dopo l’intermezzo gastronomico a cura del ”Gruppo Alpini”, proseguiranno anche nel pomeriggio con possibilità di sorvoli panoramici in elicottero sulla città aperti al pubblico. Attività che saranno inserite nel programma comunale già previsto per la Festa della Repubblica".
Una due giorni che promette cultura, emozioni e divertimento per tutti.
Un tragico incidente
La città piangeva uno dei suoi figli in quella che è passata alla Storia come la tragedia della Meloria: Giuseppe Facchetti, paracadutista di 20 anni precipitato il 9 novembre 1971 insieme ad altri 45 compagni e sei inglesi nel tratto di mare a circa 7 chilometri al largo di Livorno, in Toscana. Un disastro che per le Forze armate italiane è stato il più grave in tempo di pace e che i caravaggini non hanno mai dimenticato. Mezzo secolo dopo il «Gruppo Paracadutisti Caravaggio» aveva deposto un mazzo di fiori alla sua lapide ma allora non era stato possibile organizzare nulla di più per poter ricordare l’amico scomparso in quel disastro, ma quest’anno non sarà così. L’incidente avvenne nell’ambito dell’esercitazione militare della NATO denominata «Cold Stream», svoltasi in Sardegna. Dall’aeroporto di Pisa-San Giusto era previsto il decollo di nove aerei militari «Lockheed C-130 Hercules» e un «Hawker Siddeley Andover» - tutti velivoli della Royal Air Force contrassegnati sulla fusoliera da un numero progressivo scritto col gesso - per effettuare un lancio di paracadutisti italiani sulle zone di operazione. Intorno alle 2.30 i militari della Folgore scelti per la missione di addestramento salirono a bordo dei camion che li trasportarono all’aeroporto. A pochi minuti dal decollo, i piloti di «Gesso 5», che seguiva di 15 secondi «Gesso 4» su cui erano imbarcati 44 paracadutisti e due direttori di lancio della Compagnia comando del Battaglione paracadutisti «Tarquinia», videro un’improvvisa fiammata sul mare: la sciagura si era compiuta. Il primo pilota informò di quanto accaduto il comandante della formazione, tenente colonnello Scott, che cercò subito di stabilire un contatto radio con tutti gli apparecchi in volo.
"Gesso 4 non risponde" fu la gelida comunicazione trasmessa prima di dirigersi col proprio aereo sul presunto luogo dello schianto, mentre il resto della formazione procedette verso la Sardegna. "Gesso 4 è in mare" venne informato il capo ufficio operazioni della Folgore, maggiore Antonio Milani, e anche lui si diresse a bordo di un elicottero «AB-205» del 26º Gruppo squadroni ALE verso il luogo indicato come probabile punto in cui l’aereo era precipitato, le secche dell’isola Meloria. Sul posto furono visti galleggiare in una grossa macchia d’olio gli zainetti dei paracadutisti, il carrello del velivolo e battelli di salvataggio vuoti. L’«Hercules», matricola XV216 appartenente al No. 24 Squadrone di Lyneham, si era inabissato con a bordo i militari britannici dell’equipaggio e i paracadutisti italiani della 6ª compagnia «Grifi» del 1º Reggimento Paracadutisti. Non si salvò nessuno. Le operazioni di recupero iniziarono il 17 novembre, ma dieci salme non furono mai ritrovate. Purtroppo in quei nefasti giorni si consumò anche una tragedia nella tragedia: il sergente maggiore dei Sabotatori Giannino Caria impegnato nelle operazioni rimase sul fondo, a lui la medaglia d’oro al valore civile. Venne istituita una commissione d’inchiesta per indagare sulle cause della strage ma non fu in grado di determinarle con certezza: forse i piloti, troppo vicini al mare, hanno richiamato il velivolo determinando così l’impatto della coda con l’acqua e la successiva rottura dell’aereo.
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