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L'Estrada è ripartita e guarda al futuro con ottimismo

Dopo la quarantena riaperto l’impianto di Treviglio dove, gradualmente e seguendo i protocolli, stanno confluendo atleti e atlete

L'Estrada è ripartita e guarda al futuro con ottimismo
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(foto di repertorio)

«Da lunedì 18 maggio abbiamo ripreso gli allenamenti in pista solo per gli atleti di interesse nazionale che hanno conquistato il diritto di partecipare ai Campionati Italiani avendo fatto il minimo richiesto. In totale sono una ventina, alcuni non sono ancora venuti, agli altri chiediamo una certificazione della società a cui appartengono».

Con queste parole Paolo Brambilla, fondatore e direttore tecnico dell’Atletica Estrada, spiega quello che è successo da quando il Governo ha dato il via libera alla ripresa degli allenamenti negli impianti sportivi. Il sodalizio di Treviglio e Caravaggio oltre a chi difende i colori dell’Estrada, continua ad occuparsi negli allenamenti di diversi atleti e atlete che dopo essere “nati” nel sodalizio della Bassa, poi col passare nelle categorie non seguite dalla società presieduta da Pierluigi Giuliani sono confluiti in altre società.

L'Estrada è ripartita

«Al momento abbiamo iniziato solo a Treviglio - prosegue Brambilla - Prima e dopo gli allenamenti provvediamo alla sanificazione della struttura, si arriva e si esce con la mascherina e nessuno usa gli spogliatoi, la doccia ognuno la fa a casa propria. Abbiamo deciso di far allenare solo gli atleti di livello nazionale nelle categoria Assoluti, Under 23, 20 e 18. In pratica chi potrebbe poi gareggiare in manifestazioni nazionali e internazionali. Abbiamo scelto al momento di non aprire ancora ai più giovani, alle categorie Ragazzi/e e Cadetti/e. O quantomeno solo a quelli che hanno il minimo per gli Italiani».

Come è stata la risposta e come hai ritrovato atlete e atleti dopo la quarantena obbligatoria in casa?

«L’avvio è stato buono, si sono presentati gradualmente ed è chiaro che pur seguendo i programmi di allenamento in casa o in giardino, la condizione non poteva essere al meglio. Un conto è lavorare in casa un altro sul campo, adesso abbiamo iniziato la fase di rodaggio, un pre lavoro di preparazione. Sono tutti contenti, motivati e vogliosi: essere di nuovo sul campo per loro è già stata una grande festa».

Il calendario degli eventi naturalmente ha subìto una sorta di tsunami a causa del coronavirus: gare saltate, gare rinviate, gare col punto di domanda. Come stanno le cose?

«Io sono ottimista e penso che si possa fare un pezzo di stagione all’aperto. Salti e concorsi si svolgono con gli atleti separati e quindi senza problemi; per la velocità si possono fare gare diluite e alternare le corsie: una con l’atleta e l’altra vuota. L’unico problema secondo me è il mezzofondo dove, essendoci il contatto, è più problematico. Si faranno sicuramente meno gare ma quantomeno qualcuna si riuscirà a disputare per arrivare agli Italiani con qualche test probante alle spalle. Ad oggi sono confermati gli Assoluti di agosto dove abbiamo un bel gruppetto di atleti che si allenano in Estrada. Poi gli Italiani Allievi dall’11 al 13 settembre a Rieti, Junior e Promesse la settimana dopo a Grosseto e per finire i tricolori Cadetti a Forlì a inizio ottobre (però nel consiglio federale del 27 maggio all’ordine del giorno c’è anche la revisione del calendario, ndr). Noi tendenzialmente andremo a gareggiare in Svizzera con qualche atleta. Il 5 luglio c’è il meeting internazionale a La Chaux-de-Fonds dove saremo al via con gli atleti di livello che dimostreranno di avere una buona condizione in vista degli Assoluti».

Quali sono gli atleti che hanno le maggiori speranze di mettersi in evidenza?

«Ce ne sono diversi. Da Mohamed Reda Chahboun (il trevigliese compirà 22 anni il 12 agosto, ndr) che è in lista per gli Europei Assoluti di Parigi nel salto in lungo. Poi c’è Federico Manini (caravaggino di 19 anni, ndr) nella staffetta azzurra 4x200 e Segond Emmanuel Musumary (17enne campione italiano nel getto del peso Allievi, ndr)».

La pandemia può dare una svolta anche all’Atletica?

«In generale secondo me le ripercussioni ci saranno nel nuovo modo di pensare e di vivere. Spero che sia chiaro che bisogna avere molto più rispetto della natura e rispetto per noi stessi. Per quel che riguarda il nostro sport è una stagione atipica per cui siamo stati costretti a ripartire col rodaggio, dobbiamo costruire un percorso di avvicinamento agli eventi e poi vedremo come si evolverà la situazione. Lombardia, Piemonte e Veneto sono state le regioni più colpite dal virus con il blocco di oltre due mesi di attività. Ora arriva l’estate e c’è il tempo per tirarsi su e prepararsi».

Ci pare di capire che anche se non ci sono ancora assolute certezze, tu sei ottimista per il prossimo futuro...

«Assolutamente. Noi ci alleniamo e prepariamo per l’attività di questa estate, se poi a giugno tutto si riapre allora cambia il discorso anche per le categorie più giovani».

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