Sport - Ciclismo su pista

L’azzurro Stefano Moro sale sul podio della "Sei Giorni delle Rose"

Ottima prestazione in coppia con Donegà. Il fontanellese in questi giorni è agli Europei a Monaco.

L’azzurro Stefano Moro sale sul podio della "Sei Giorni delle Rose"
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Il venticinquenne Stefano Moro è salito sul podio della "Sei Giorni delle Rose", uno dei più importanti appuntamenti internazionali del calendario della pista. Il fontanellese, in coppia con Matteo Donegà, ha concluso al terzo posto alle spalle dei vincitori Filippo Ganna e Michele Scartezzini (nomi che non hanno certo bisogno di presentazione...) e dei polacchi Bartosz Rudyk e Daniel Staniszewski.

Moro sul podio della "Sei Giorni delle Rose"

Al velodromo di Fiorenzuola d’Arda, nel Piacentino, la coppia Moro-Donegà ha sciorinato ottime prestazioni, tanto da accarezzare la prestigiosa vittoria finale visto che all’inizio della prova finale, la Madison, erano ancora in vetta alla classifica.

"Abbiamo corso bene, nelle prime due sere non abbiamo sbagliato niente, alla terza qualche errore lo abbiamo commesso e siamo finiti al terzo posto - racconta Moro direttamente da Monaco dove si sta allenando con la Nazionale per i Campionati Europei che sono iniziati ieri, 11 agosto e si concluderanno il 16 -. Sono soddisfatto del piazzamento e della mia prova tenendo conto che solo da inizio luglio ho ripreso gli allenamenti dopo l’infortunio".

Problemi al ginocchio, ma cosa è successo nello specifico?

"Nella Adriatica Ionica Race a giugno sono caduto, sul momento non sembrava niente di grave a parte la botta, e sono riuscito a concludere la breve corsa a tappe su strada. Dopo pochi giorni il ginocchio sinistro però si è gonfiato e non riuscivo più a pedalare. Sono stato costretto allo stop forzato per quindici giorni prima di poter ricominciare ad allenarmi. Quindi alle gare che ho disputato non sono arrivato con la migliore condizione possibile, per questo sono soddisfatto dei risultati ottenuti".

Hai fatto coppia con Donegà a Fiorenzuola, era la prima volta?

"Sì. Il commissario tecnico della nazionale Marco Villa ha deciso di farci correre assieme e devo dire che ci siamo trovati subito bene".

Da qualche stagione la tua vita ciclistica è indirizzata alla pista, fino ad oggi come giudichi la tua stagione?

"Direi non male. Il cittì Villa mi ha dato l’occasione in Coppa del Mondo di gareggiare nel quartetto dell’inseguimento a squadre e abbiamo conquistato la medaglia d’argento. Per il resto nonostante il problema che ho raccontato, non mi posso lamentare".

Da febbraio di quest’anno sei diventato un atleta delle Fiamme Azzurre, cosa è cambiato?

"Moltissimo. Oltre alla tranquillità di far parte di quel gruppo sportivo, hai anche un grande supporto. Ho notato che da quando sono con le Fiamme Azzurre sono migliorato tanto".

Pista tutto l’anno, quindi addio alla strada?

"Assolutamente no. Le gare su strada vanno fatte per allenare al meglio lo sforzo in pista".

Cosa ti aspetti da questi Europei a Monaco?

"Innanzitutto bisogna vedere se parteciperò, sono nel gruppo azzurro ma solo poco prima delle gare il commissario tecnico Villa farà i nomi di chi indosserà la maglia azzurra. E’ chiaro che spero di gareggiare, vedremo. C’è anche da dire che la pista è di 200 metri, più corta di 50 mt di quelle normali, e quindi serve tanta abilità e tecnica e la potenza ha meno importanza".

Gli obiettivi invece per la fine della stagione?

"Volevo recuperare per essere convocato agli Europei e ce l’ho fatta. Adesso dopo Monaco stacco un po’ soprattutto di tesa e poi riparto. L’obiettivo primario è andare ai Mondiali su pista di metà ottobre in Francia".

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