Sport - Basket Serie B femminiel

Fassina: "Brignano è un ambiente sano, serio e molto coinvolgente"

Chiacchierata di fine stagione col coach della Elvas Visconti

Fassina: "Brignano è un ambiente sano, serio e molto coinvolgente"
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Stefano Fassina, coach classe 1965, è stato indubbiamente «il valore aggiunto» che ha avuto un ruolo fondamentale nella salvezza dell’Elvas Visconti Brignano. La permanenza in Serie B femminile per le gialloblu vale come la vittoria di uno scudetto. L’aver affidato, da quasi due stagioni, la panchina al sagace coach milanese è stata la miglior mossa possibile fatta dalla presidente Paola Coita e lo staff dirigenziale brignanese. La società e Fassina in questi giorni stanno decidendo il futuro che potrebbe essere ancora insieme, ma potrebbe anche prendere strade diverse. Intanto con il milanese tiriamo un po’ le somme di un campionato non facile.

Qual è il livello della B?

"Molto equilibrato, con le tre squadre Pontevico, Canegrate ed Albino, che hanno meritato le prime posizioni per regolarità e solidità progettuale. Il resto, dalla quarta fino all’ultima, mi è sembrato molto livellato. Si poteva vincere e perdere con chiunque, poi alla lunga alcuni valori sono comunque emersi. Personalmente mi ha sorpreso molto la retrocessione di Broni. E’ stato un campionato avvincente, partecipato e seguito".

Sei da una trentina di anni nel basket femminile, cosa è cambiato?

"E’ migliorato sia tecnicamente che fisicamente, ma manca la promozione della pallacanestro al femminile. Il calo drastico delle tesserate è il vero problema. E’ stato abbandonato il basket femminile perché le strategie di visibilità puntano tutte sul maschile e di vertice, c’è poco spazio o niente per l’attività di base tra cui appunto anche il settore femminile. E questo non aiuta certo a raccogliere adesioni".

Una delle motivazioni è che, ad esempio, il volley femminile è preferibile perché non c’è contatto fisico e quindi minori rischi di infortuni e scontri di gioco...

"Ma questa è un po’ una buona scusa per giustificare la mancanza di risultati. La verità è che nel volley femminile hanno lavorato bene alla base, hanno prodotto tante cose compresi i cartoni animati che piacciono e interessano alle più piccole, e questo ha indotto molte famiglie a scegliere come sport la pallavolo".

Brignano in che realtà si pone?

"E’ un ambiente sano, serio, ammirevole per i valori che porta avanti ed è molto coinvolgente. Quando si parla di Visconti femminile si parla di una vera e propria famiglia".

E’ possibile fare il salto di qualità?

"Ci vogliono innanzitutto risorse e poi strutture adeguate e una visione complessiva dell’attività da svolgere. L’importante è sostenere il progetto, una volta iniziato. Non vedo ostacoli, non credo che un piccolo paese possa rappresentare un impedimento. Anzi potrebbe essere anche una virtù: uno stimolo maggiore perché c’è molta identità e partecipazione alle vicende della squadra".

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