Fara Gera d'Adda

Rientro a scuola senza pomeriggi, i genitori lanciano la petizione

"Durante il lockdown ci siamo improvvisati insegnanti e tecnici, abbiamo perso ore di lavoro ed entrare, ora basta. La scuola si riprenda il suo ruolo".

Rientro a scuola senza pomeriggi, i genitori lanciano la petizione
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La scuola faccia il suo dovere. Questo, in sintesi, il pensiero dei genitori che hanno promosso una petizione indirizzata alla dirigenza dell’istituto comprensivo di Fara Gera d'Adda e ai sindaci dei tre Comuni che vi fanno riferimento. Le soluzioni prospettate per l’anno che sta per cominciare non piacciono.

Rientro a scuola senza i pomeriggi

Da tempo le scelte annunciate dalla preside Daniela Grazioli, in particolare la cancellazione del tempo prolungato, hanno messo in fibrillazione tantissime famiglie. Già nelle scorse settimane erano emersi malumori, al punto che qualcuno aveva minacciato di spostare i figli in altra scuola. Grazioli aveva allora pubblicato sul sito dell’istituto una lettera con cui invitava tutti alla calma, ricordando che le direttive sono provvisorie visto che la situazione è in divenire.

Infine, lo scorso 14 agosto è arrivato un aggiornamento, in cui si avvisa che «sono in corso dei contatti con alcune associazioni del territorio e con gli enti locali per raggiungere la massima copertura dei pomeriggi, in modo complementare a quelli già gestiti della scuola». Poi alcune puntualizzazioni sulle norme di sicurezza. Informazioni che non hanno tranquillizzato comunque le famiglie, che rivendicano i sacrifici già fatti durante il lockdown e invitano caldamente la scuola a farsi carico fino in fondo del suo ruolo.

Genitori sul piede di guerra

«Riteniamo doveroso portare alla vostra attenzione alcuni aspetti di impatto preoccupanti per la gestione familiare - si legge tra le altre cose nel testo - Limitare, ad esempio, l’orario scolastico alla sola mattinata, risulta incompatibile con l’organizzazione delle famiglie, in particolare quelle in cui entrambi i genitori lavorano. Nei mesi scorsi è stato profuso uno sforzo enorme nel cercare di conciliare gli impegni lavorativi con la situazione eccezionale che si è venuta a creare, in particolare nella gestione della didattica a distanza, novità sia per i nostri figli che per noi genitori. La scuola ci ha chiesto di improvvisarci insegnanti e informatici e abbiamo tentato di farlo, anche con adeguati strumenti di cui non tutti eravamo dotati. Per garantire l’adeguato supporto ai nostri figli abbiamo fatto ricorso a ferie e permessi di vario tipo, in certi casi anche rinunciando a parte delle entrate mensili, e quindi a parte del sostentamento».

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