Treviglio

"Naufraghi senza volto", all'Archimede interviene l'antropologa Cristina Cattaneo

Questa mattina all'Istituto Archimede una conferenza sui naufragi nel Mediterraneo

"Naufraghi senza volto", all'Archimede interviene l'antropologa Cristina Cattaneo
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Un tema quanto mai attuale, un'emergenza che non trova ancora soluzione, ma che continua a dividere non solo la politica. Parliamo dei naufragi nel Mediterraneo che continuano a mietere vittime tra i disperati che cercano nel mare la via per una vita migliore. Di questo si è parlato, questa mattina, 14 marzo, all'Istituto Archimede di Treviglio durante la conferenza "Naufraghi senza volto" con la partecipazione dell'antropologa Cristina Cattaneo.

Il dramma dei naufraghi senza identità

Il tema, in particolare è quello dell’identificazione delle vittime di naufragi nel Mediterraneo. Un aspetto su cui si concentra il lavoro di  Cristina Cattaneo, medico legale, antropologa e direttrice del Labanof, che questa mattina ha incontrato gli studenti dell'Archimede di Treviglio per affrontare il drammatico e attuale tema della morte di molti migranti nel Mediterraneo e del difficile compito di dare loro un’identità.

L'antropologa Cristina Cattaneo

Lavoro fondamentale che ha lo scopo di dare ai morti quella dignità che in vita è stata loro negata e consentire a chi resta di rielaborare la perdita. Alla conferenza ha collaborato l’esperto teatrale Carlo Mega, che ha letto brani tratti da “Naufraghi senza volto”, accompagnato dal musicista Giorgio Merati.

Conferenza all'Archimede

Gli studenti, insieme alle docenti di riferimento Rita Ciancia e Melania Rossi (referenti di Cittadinanza e Costituzione) hanno colto questa eccezionale occasione per confrontarsi con la dottoressa, dimostrando un attivo coinvolgimento visti anche i recenti fatti di Cutro.
“Riesce lei, dottoressa, a tenere distinti l’aspetto professionale dal dolore umano davanti alla morte?”  hanno chiesto gli studenti.

“Non sono separabili […] questo lavoro ti fa vedere molte sfaccettature, un grandangolo su tutta l’umanità fatto di dolore e grandi gesti - ha risposto Cattaneo - Il diritto all’identità come tutti gli altri diritti va rispettato indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione e da qualsiasi altra diversità, perché la diversità è la nostra forza e la nostra bellezza”.

“E' stata una preziosa opportunità fornita ai nostri studenti di sperimentare il lato umano della scienza e la sua capacità di contribuire al riconoscimento e al rispetto dei diritti umani”, ha commentato la Dirigente scolastica dell’Istuituto Archimede Maria Chiara Pardi.

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