Treviglio

Giacomo Poretti a Treviglio: 800 studenti in Santuario per "Fare anima"

Coinvolti i ragazzi degli istituti Archimede, Cantoni, Oberdan, Weil, Zenale, Don Bosco e Facchetti

Giacomo Poretti a Treviglio: 800 studenti in Santuario per "Fare anima"
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Provenienti da tutti gli Istituti secondari di secondo grado (Archimede, Cantoni, Oberdan, Weil, Zenale, Istituto Salesiano, Polo Angeli e Facchetti), quasi 800 giovani  hanno assistito oggi, venerdì 21 ottobre, al monologo di Giacomo Poretti “Fare un’anima”, nel Santuario di Treviglio.

con vicesidaco e assessore
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Con il vicesindaco Prandina e l'assessore Tugnoli

il racconto
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Giacomo Poretti sull'altare

selfie
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Il selfie con 800 studenti

santuario gremito
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Il Santuario pieno di giovani studenti delle scuole di Treviglio

Il Giubileo degli Studenti di Treviglio

L'occasione era il Giubileo degli studenti, e a promuovere l'evento coordinando è  stato, insieme al Comune, il professore del "Cantoni" Pasquale Esposito, referente per la Pastorale scolastica. In apertura, il parroco monsignor Norberto Donghi ha accolto con grande affetto gli studenti, ricordando loro che il desiderio nel cuore dell’uomo" può essere colmato dall’infinito che Dio ha messo in ciascuno". Poi è iniziato il racconto di Poretti, celeberrimo attore del trio Aldo Giovanni e Giacomo, con una comicità lieve, capace di toccare temi profondi con delicatezza, lavorando sulla parola e su una straordinaria mimica, è stato capace di conquistare gli entusiasti giovani che hanno gremito il Santuario cittadino.

Cos'è quest'anima?

Poretti ha saputo parlare anche con ironia e umorismo delle domande sulla vita e sull’anima. Ma che cos’è quest’anima? Quell’anima che don Bruno, alla nascita del figlio di Giacomo, Emanuele, invita a costruire? Una parola inusuale per i manuali di anatomia, eppure da millenni gli uomini di ogni latitudine ne hanno parlato. Quando si sviluppa l'anima in un essere vivente? Esiste realmente o è solo una chimera, un desiderio? E alla fine, anche se la scovassimo, l'anima a che serve? Cosa ce ne facciamo?

“Forse una parola per stare in vita deve essere frequentata, deve essere scritta, deve essere detta; le parole sono come  le persone, hanno bisogno di cure, di qualcuno che le vada a  trovare, le parole  devono stare in compagnia, se non si parlano le parole vengono dimenticate e  scompaiono. Anima  è una parola che rischia l’estinzione, a  fianco dei vocaboli moderni, più chiassosi e sguaiati. E' una parola strana,  misteriosa e sconosciuta, ma dal suono gentile e impalpabile, leggera come un  soffio”, dice Poretti.

Il selfie con i ragazzi al Santuario

L’invito di Giacomo Poretti ai giovani ai quali si sta aprendo il futuro è stato quello di nutrire l’anima con la gentilezza e il garbo, in un mondo in cui sfrontatezza e aggressività pervadono le relazioni. Un grande augurio è stato rivolto ai tanti giovani dal vicesindaco Pinuccia Prandina e con l’assessore Valentina Tugnoli che hanno promosso e sostenuto l’evento.  Giacomo Poretti ha infine voluto chiudere l'evento con un selfie con i ragazzi e le ragazze, galvanizzati, che l’hanno salutato con grandi applausi.

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