Fattura Elettronica e prestazioni sanitarie: ecco come funziona
Dopo che nel 2019 la fattura elettronica era stata resa obbligatoria per buona parte dei possessori di partita IVA, fatta eccezione per coloro che la legge aveva espressamente definito come esonerati, le cose sono cambiate. Le modifiche pensate sono volte, anno dopo anno, ad estendere l’utilizzo della fattura elettronica e quindi ecco che dal 1 luglio 2022 la fattura elettronica diverrà obbligatoria per una serie di soggetti che erano stati inizialmente dichiarati esonerati da tale provvedimento.
Da tale data la fattura in formato cartaceo non potrà più essere utilizzata da: forfettari, contribuenti in regime dei minimi e anche per le associazioni sportive dilettantistiche che nell’anno precedente hanno superato i 65.000 euro di introiti.
Un obbligo che invece, per il momento non toccherà le mini partite IVA con ricavi inferiori ai 25.000 euro, per i quali l’obbligo si applicherà solo dal 1 gennaio 2024 e per i medici e operatori sanitari, che utilizzano obbligatoriamente la e-fattura dal 1 gennaio 2023.
Questo è quanto è stato deciso dal Decreto Fisco-Lavoro emanato a dicembre. Medici e operatori sanitari, dal 2023 vedranno applicarsi le stesse regole a ciò i professionisti già obbligati sono sottostati dal 2019, quindi anche per loro l’emissione e la ricezione della e-fattura sarà vincolata all’utilizzo di piattaforme come: fatturapro.click.
Fattura elettronica e prestazioni sanitarie
Per quello che riguarda le prestazioni sanitarie, ad oggi non vi sono obblighi, quindi fino agli albori del 2023 medici ed operatori sanitari potranno ancora utilizzare il vecchio cartaceo, per poi entrare nel sistema di gestione dell’SDI.
A decidere questo è stato il Decreto Fisco-lavoro 2022 che in sede di conversione in legge ha offerto una proroga al divieto di emettere fatture elettroniche nel caso di avvenute prestazioni sanitarie. Questo vale per tutti coloro che sono tenuti all’invio dei dati al Sistema TS, per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi. I dati fiscali che vengono trasmessi al Sistema TS restano a disposizione della Pubblica Amministrazione per l’applicazione delle imposte e, in forma aggregata, per il monitoraggio della spesa sanitaria pubblica e privata nel suo complesso.
Questo è ufficialmente un altro ampio passo verso la completa prevenzione dell’evasione fiscale, motivazione per cui la stessa fattura elettronica è nata.
Un percorso graduale
Applicare la fattura elettronica a tutti i soggetti economici dall’oggi al domani era impossibile, ecco per quale motivo è stato pensato un percorso graduale, con apposite misure per talune classi di soggetto. In particolare per quello che riguarda l’ambito sanitario è stato indispensabile l’intervento del Garante della Privacy.
In un primo momento, nel 2019, il garante aveva rilevato come vi fossero delle forte criticità sull’invio dei dati riguardanti la salute dei cittadini. Il motivo di preoccupazione era che nelle fatture viene spesso indicata dettagliatamente la descrizione della prestazione (si consideri ad esempio la necessità di farlo per poter usufruire di assicurazioni o di garanzie varie), pertanto la trasmissione di questi dati viola la legge sul trattamento dei dati personali.
Quindi è stato indispensabile trovare un modo per rispettare la privacy del cittadino e dei suoi dati.
Fattura elettronica per prestazioni sanitarie: 3 fasi per la comunicazione dei dati
Dopo un lungo lavoro, sembra che sia stato possibile trovare il compromesso che permettesse a medici ed infermieri di procedere con la fattura elettronica. Nel momento in cui un cittadino italiano paga una prestazione sanitaria, l’operatore che riceve il pagamento deve avviare un processo di comunicazione dei dati che si può suddividere in 3 fasi differenti.
Innanzitutto si inviano i dati al Sistema Tessera Sanitario entro determinate scadenze:
- Per le spese sostenute tra gennaio e giugno 2022 la comunicazione deve avvenire entro il 30 settembre 2022.
- Per quelle sostenute tra luglio e dicembre si procederà all’invio entro il 31 gennaio 2023.
- Le spese che avverranno dal 1 gennaio 2023 i dati dovranno essere inviati entro la fine del mese in cui esse sono state sostenute.
In un secondo momento il Sistema Tessera Sanitaria invia i dati all’Agenzia delle Entrate. Infine i dati raccolti che l’Agenzia riceve vengono messi a disposizione di ogni cittadino nella precisa sezione della dichiarazione dei redditi precompilata, dove verrà calcolato l’importo totale delle spese sanitario che il cittadino ha effettuato nell’anno e che sono valide ai fini della detrazione IRPEF.