Lombardia

Vaccini, la Regione cambia strategia e crea un cordone sanitario

Guido Bertolaso alla conferenza stampa di ieri, mercoledì 24: "Siamo in guerra, dobbiamo correre"

Vaccini, la Regione cambia strategia e crea un cordone sanitario
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La Regione cambia strategia, basta inseguire il virus, bisogna almeno cercare di contenerlo per evitare la diffusione delle varianti. Da domani si vaccineranno 24mila persone in 14 Comuni tra Bergamo e Brescia.

Vaccini anche ai cittadini fra i 60 e i 79 anni

Si continua con la campagna per gli ultraottantenni ma lo spettro si amplia.

"Avendo verificato che la variante inglese comincia a diventare prevalente in alcune aree con un tasso di diffusione del contagio superiore del 39 per cento a quello del Covid senza variante, è nata una doppia strategia - ha spiegato la vicepresidente Letizia Moratti nella conferenza stampa di ieri, mercoledì 24 febbraio - una è quella della mitigazione, che  prevede di intervenire in situazioni circoscritte per fare in modo che il virus non esca da queste zone, l’altra che parte domani è quella del contenimento, vale a dire che, pur rispettando le categorie stabilite, indirizzeremo prevalentemente i vaccini verso quelle zone che rappresentano la maggiore criticità".

Guido Bertolaso vuole uno scatto di reni.

"Vaccinare sempre e comunque con i vaccini disponibili e cercando di averne di più - ha detto - Da tecnico dico che bisogna fare di più e prendere decisioni che in tempo di pace non verrebbero prese o richiederebbero maggiore riflessione e condivisione ma adesso siamo in tempo di guerra, la variante inglese si sta già diffondendo non solo nella provincia di Bs e quindi bisogna correre e lavorare per cercare di rallentarla. Circa la fascia over 80 è facile, chi doveva aderire lo ha già fatto, aggrediremo quella tra i 60 e gli 79, cominciamo fra domani e venerdì nei Comuni fra Brescia e Bergamo, 24mila persone. 14 a Bg e 8 a Bs (quelli bergamaschi sono Adrara San Martino, Calcio, Castelli Calepio, Cividate al Piano, Credaro, Gandosso, Palosco, Predore, Pumenengo, Sarnico, Tavernola Bergamasca, Telgate, Torre Pallavicina, Viadanica, Villongo ndr.). Poi ci sposteremo verso il centro, facendone un’altra decina sulla base delle forniture di vaccino, se avessimo fabbrica di vaccini qui sarebbero per tutti".

"Non possiamo dipendere dall'estero"

Il presidente Attilio Fontana spinge sulla produzione interna dei vaccini.

"Stiamo cercando di coprire le zone che hanno subito maggiore infezione negli ultimi giorni e inoltrerò formale richiesta al Governo perché per farlo ci vengano inviati un numero maggiore di vaccini - ha rivelato - Domani il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti incontrerà i rappresentanti delle aziende farmaceutiche italiane, mi sembra un’ottima iniziativa e la direzione verso cui rivolgerci: non possiamo dipendere esclusivamente da produzioni che arrivano dall’estero, dobbiamo averne una nostra che ci consenta di far fronte a tutte le emergenze che si dovessero presentare".

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