Treviglio

Un presidio per chiedere di porre fine alle tragedie del mare

La manifestazione si è svolta dalle 17 alle 19.30 e ha visto la partecipazione di tante associazioni e di tanti attivisti.

Un presidio per chiedere di porre fine alle tragedie del mare
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"Basta morti in mare: insieme per chiedere umanità". In occasione della "Giornata internazionale per i diritti dei migranti", "Treviglio Aperta", associazione culturale e di promozione sociale, nata dopo l'esperienza della lista civica omonima a sostegno della candidata del centrosinistra Matilde Tura, ha deciso di scendere in piazza per alzare la voce e risvegliare le coscienze di fronte all'eccidio silenzioso che avviene quasi quotidianamente nelle acque del Mediterraneo e che miete vittime tra le donne, i bambini e i giovani (che sono la gran parte di coloro che affrontano il mare per sbarcare in Europa, o si muovono lungo le frontiere dell’est).

Basta morti in mare

Una carneficina "che molti occhi non vogliono vedere e che l'Europa non vuole impedire".

"Chiediamo, e vogliamo essere così la voce di chi non ha voce, di togliere le barriere all'ingresso, ai confini sud ed est dell'Europa - hanno detto Silvia Odone, presidente dell'associazione, nel corso della veglia laica in piazza XXV Aprile organizzata sabato scorso, Francesca Donadoni ed Elena Forestiero, componenti del direttivo - Si può e si deve fare di più, è una faccenda di umanità, non di calcolo politico o peggio".

"La cosa peggiore è l'indifferenza - ha detto Donadoni, che di recente è stata nominata anche nella Commissione “Pari Opportunità” del Comune - Nostro compito è risvegliare o tenere comunque alta l'attenzione, e attiva l'indignazione di fronte a un massacro di uomini donne e bambini che cercano la salvezza in mare oppure “bussano” alle frontiere orientali in fuga da fame e guerra. Non possiamo tollerare tutto questo".

Un presidio in centro a Treviglio

La manifestazione si è svolta dalle 17 alle 19.30 e ha visto la partecipazione di tante associazioni e di tanti attivisti che, con cartelli e con striscioni, hanno animato le ore buie e fredde del tardo pomeriggio. Sul terreno, a mo' di monito e di ricordo di chi nel Mediterraneo è morto e muore, tanti telini termici, scarpe, giubbotti, maglie e salvagenti alla deriva.

"Avevamo chiesto al Comune di poterci installare in piazza Garibaldi, ma ci hanno risposto che ci sarebbero state le bancarelle - ha detto Elena Forestiero, che ha voluto fortemente la manifestazione e che ha coinvolto tante realtà associative, da “Libera – presidio della Bassa Bergamasca”, all'associazione “Clementina Borghi”, al gruppo “Tlt”, a “Mediterranea”, all'”Anpi”, all’”Uaar” - Di bancarelle non se ne sono viste però. Nel nostro piccolo, da semplici cittadini, ci siamo dati l'obiettivo di tenere alta l'attenzione. Spetta, però, alle istituzioni europee e nazionali muoversi e fare qualcosa di concreto e immediato".

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