"Togliete la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini"

La proposta del giornalista Roberto Fabbrucci: "Non ha fatto niente per la nostra città per meritarsela"

"Togliete la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini"
Pubblicato:
Aggiornato:

Silvia Baraldini, a Treviglio arriva la proposta di toglierle la cittadinanza onoraria. L'onorificenza le era stata assegnata nel 1999, dall'allora Giunta guidata da Luigi Minuti. In quel periodo sorsero in tutta Italia dei comitati che chiedevano la liberazione della donna, in carcere negli Stati Uniti e condannata a 43 anni per terrorismo, secondo molti ingiustamente. E anche Treviglio, governata all'epoca dal centrosinistra, appoggiò la battaglia per farla rientrare in Italia.

La proposta

Nei giorni scorsi il giornalista e opinionista Roberto Fabbrucci ha lanciato la sua proposta all'Amministrazione comunale: "Il Comune tolga la cittadinanza onoraria a Silvia Baraldini - ha detto - Treviglio l'ha concessa solo a tre persone nel corso della sua storia e una è proprio lei. A prescindere dalla vicenda giudiziaria, cosa ha fatto per Treviglio per meritarsela?". Il sindaco Juri Imeri ha dichiarato che si consulterà con la sua maggioranza e analizzerà la documentazione prima di prendere ogni decisione.

Chi è Silvia Baraldini

Nata a Roma nel 1947, a 13 anni Silvia Baraldini si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti. Negli anni sessanta, settanta e ottanta ha fatto parte del movimento rivoluzionario "Black Panther Party" che combatteva per i diritti civili dei neri. Nel 1983 è stata condannata a una pena cumulativa di 43 anni di carcere, di cui molti passati in isolamento e carceri di massima sicurezza, per i reati di concorso in evasione, associazione sovversiva e ingiuria al tribunale, per non aver fornito i nomi dei compagni. In carcere si ammalò di tumore e in Italia nacquero dei comitati che si battevano per la sua liberazione, supportati da volti noti della cultura, della musica, dell’arte e della politica. Nel 1999, sotto l’amministrazione di Bill Clinton, gli Stati Uniti cedettero alle pressioni. Un rimpatrio non privo di polemiche, visto che in molti lo giudicarono come una sorta di scambio per la mancata richiesta di estradizione da parte dell’Italia dei due piloti americani responsabili della strage del Cermis. L’accordo era che Baraldini avrebbe dovuto proseguire a scontare la pena in carcere in Italia. In realtà, nel 2001 ottenne i domiciliari e nel 2006 venne scarcerata grazie all’indulto. In totale, quindi, scontò solo 23 dei 43 anni previsti, quasi tutti negli Usa.

Maggiori dettagli sull'edizione del Giornale di Treviglio in edicola da oggi.

Seguici sui nostri canali