Niente super ospedale alla Fiera Milano per sostenere la lotta al Coronavirus

L'assessore regionale Gallera: «Ci aspettavamo un aiuto dalla Protezione civile».

Niente super ospedale alla Fiera Milano per sostenere la lotta al Coronavirus
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Niente super ospedale alla Fiera Milano, nonostante l'emergenza Coronavirus non dia tregua, come riporta Primabergamo.it.

Niente super ospedale alla Fiera Milano

«È una lotta contro il tempo». Lo ripete ormai da giorni l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera nell’evidenziare come il dato che al momento desti le maggiori preoccupazioni sia il numero di pazienti ricoverati per il Coronavirus nelle terapie intensive. Proprio in questa direzione si stanno concentrando gli sforzi della Regione, impegnata a ricavare ogni giorno sempre più posti letto per ospitare i malati che necessitano della rianimazione. Nei giorni scorsi, si era fatta largo l’idea della creazione di 500 posti all’interno della Fiera di Milano. «Siamo in contatto anche con la Protezione civile perché sono necessari macchinari, circa 500 medici e dai 1.200 ai 1.500 infermieri», aveva allora spiegato l’assessore Gallera. Tuttavia questa ipotesi sembra farsi più lontana perché, come annunciato ieri (venerdì 13 marzo) dalle autorità regionali, la Protezione civile ha comunicato di non avere i mezzi necessari per poter contribuire alla realizzazione della nuova struttura.

«Siamo molto rammaricati. Capiamo le difficoltà, ma abbiamo lavorato una settimana per trovare la possibilità di attrezzare questo spazio utilizzando prefabbricati – ha commentato Gallera ai microfoni del Tg3 nazionale -. Purtroppo ci hanno detto che non hanno respiratori, monitor e personale a sufficienza. Ci aspettavamo una mano da parte della Protezione civile, ma noi faremo di tutto per resistere».

«Non desistiamo»

«Non desistiamo dalla strada di un grande ospedale – ha continuato l’assessore regionale -. Stiamo cercando di reperire sul mercato internazionale un numero ampio di respiratori. L’idea alternativa è di ampliare i posti letto delle rianimazioni utilizzando alcune palazzine dismesse del Niguarda, alcuni piani inutilizzati del San Carlo o un edificio vuoto al San Matteo. Qui ci sono già i bocchettoni per l’erogazione dell’ossigeno e sarebbero necessari soltanto poche opere. A oggi abbiamo ricavato 1090 posti letto di terapia intensiva e ogni giorno ne recuperiamo di nuovi. Il fattore tempo è fondamentale».

Sempre ieri il governatore regionale lombardo Attilio Fontana aveva inviato una lettera al ministro della Sanità tedesca Jens Spahn e all’ambasciatore Viktor Elbling nella quale chiedeva al Governo tedesco di concedere le autorizzazioni legate alle licenze di esportazione per l’acquisto della strumentazione necessaria per allestire reparti di terapia intensiva, oltre che mascherine, camici, occhiali e visiere.

«Sono un europeista convinto, è il momento di dimostrare che esiste una grande Europa unita – ha concluso Gallera - I respiratori che arrivano a noi, peraltro, potrebbero servire tra qualche mese ad altri Stati. Oggi noi dobbiamo tamponare un’emergenza straordinaria e per ora il sistema regge. Se la Lombardia soffoca il virus si salva l’Italia e anche il resto d’Europa».

Medici e infermieri, eroi veri

Il Giornale di Treviglio, RomanoWeek e CremascoWeek hanno raccolto e raccontato decine di testimonianze di affetto e vicinanza agli eroi di questi giorni: medici e infermieri, che da settimane stanno lavorando a turni insostenibili per salvare vite a chi ne ha bisogno. Da venerdì 13 marzo, è per questo  aperta l'iniziativa "Medici e infermieri, eroi veri":  un appello del circuito Netweek a tutti i nostri lettori, per dare una voce sola a questo  immenso "Grazie" collettivo. Partecipare è gratuito, basta un minuto. Basta spedire una foto, un messaggio, un video su WhatsApp, al numero

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