"Lombardia è ricerca", premio 2020 dedicato a sostenibilità ambientale: "Ambito strategico"
Nostra regione eccellenza nella sperimentazione clinica in ambito farmaceutico.
La Lombardia è una regione eccellente. Lo dicono i numeri. Detiene il primato italiano nel settore della sperimentazione clinica con oltre il 50% delle sperimentazioni attivate ogni anno in ambito farmaceutico. I soli IRCCS lombardi rappresentano un terzo delle sperimentazioni cliniche complessive condotte in Italia.
Premio "Lombardia è ricerca" 2020
Nel 2018 le nostre imprese hanno depositato circa 2.000 brevetti, il 39% del totale nazionale. L’indice Desi afferma che la nostra è la regione più digitale d’Italia con un punteggio pari a 49,7 su 100. E da noi operano 2.891 startup innovative su un totale di 10.000 presenti in Italia. Quì c’è un terreno fertile, che continua ad essere concimato, anche grazie all’infaticabile lavoro svolto dal vice presidente e assessore regionale per la Ricerca, Innovazione, Università e Internazionalizzazione, Fabrizio Sala.
Intervista a Fabrizio Sala
Come è avvenuto a novembre, durante la Giornata della Ricerca, il premio da un milione di euro di Regione Lombardia assegnato al professor Guido Kroemer. Settimana scorsa è stato presentato il nuovo tema del premio internazionale "Lombardia è ricerca": "Sostenibilità ambientale e qualità della vita". Il premio, giunto alla quarta edizione, mira a migliorare la qualità della vita dei cittadini favorendo una crescita produttiva in armonia con l'ambiente.
Quali sono le ricadute di questa iniziativa?
«L'obiettivo è quello di ottenere la giusta attenzione di livello internazionale coinvolgendo i maggiori ricercatori di tutto il mondo e di portarli a lavorare in Lombardia per sviluppare il tema oggetto del premio e di innescare un meccanismo virtuoso con i nostri istituti di ricerca. Solo così possiamo ottenere risultati preziosi, ampliare le conoscenze e offrire un terreno sempre più fertile alle nostre imprese».
E quest’anno è stato scelto il tema della sostenibilità ambientale...
"Questo è uno degli ambiti strategici che incidono sullo sviluppo della nostra regione: in Lombardia ci stiamo muovendo verso un modello di innovazione responsabile, che tiene conto degli impatti sociali, oltre che economici e scientifici, delle scoperte. L'Europa ha recentemente stanziato 1.000 miliardi di euro e noi abbiamo tutte le carte in regola per essere protagonisti».
Veniamo al fronte dell'internazionalizzazione. Dopo Expo 2015 lei ha mantenuto rapporti molto stretti con gli ambasciatori di mezzo mondo. Perché?
«L'esposizione universale mi ha permesso di aprire nuovi canali e di ampliare quelli esistenti. Questi contatti rappresentano un ponte indispensabile per le aziende lombarde che vogliono internazionalizzarsi. Il lavoro è rivolto soprattutto alle piccole e medie imprese che vogliono aprirsi ai mercati esteri, conoscere nuovi Paesi ma anche a realtà che, pur operando solo sul mercato interno, si trovano o si troveranno sempre più a dover competere con competitor internazionali sul mercato domestico. La Lombardia ha il maggior numero di consolati al mondo e noi sfruttiamo questa opportunità organizzando molti workshop e incontri BtoB».
Nella precedente legislatura il suo assessorato aveva organizzato 11 missioni estere coinvolgendo 178 imprese. Cosa ha prodotto questo lavoro? E quali sono gli obiettivi della nuova legislatura?
«Il programma ha prodotto una soddisfazione molto alta, nell'ordine dell'80%, certificata da un soggetto esterno. Metà delle aziende coinvolte hanno concluso affari già nel corso del 2019 mentre la stragrande maggioranza delle altre imprese dovrebbe chiudere nuovi ordini nel 2020. Molti imprenditori che non pensavano neppure di varcare i confini regionali sono stati molto contenti di queste missioni. Adesso stiamo lavorando per predisporre un programma più ambizioso con particolare attenzione ai settori automotive, scienze della vita, agroalimentare e turismo. I Paesi dove concentreremo i maggiori sforzi sono Germania, Francia, Spagna, Usa e i mercati asiatici a partire da Cina e India con qualche attenzione ai Paesi emergenti come l'Uzbekistan».