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La fronda filologistica che spacca la Bassa

L'arrivo di nuovo insediamenti logistici sull'asse dell'autostrada Brebemi da due anni circa ha scatenato un dibattito tra i primi cittadini.

La fronda filologistica che spacca la Bassa
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La logistica spacca l'ambito dei sindaci. L'arrivo di nuovo insediamenti logistici sull'asse dell'autostrada Brebemi nella Bassa orientale da due anni circa ha scatenato un dibattito tra i primi cittadini.

Logistica, la Bassa si spacca

Quella che nel 2019, al momento della richiesta di realizzazione del polo Md a Cortenuova, sembrava una lotta intestina all'interno del Partito Democratico, nel corso degli ultimi giorni ha assunto dimensioni più grandi.

Dieci sindaci su diciassette appartenenti all'Ambito hanno infatti firmato una lettera, in risposta all'appello rivolto loro dalla rete delle associazioni, aprendo di fatto all'arrivo dei poli nei loro Comuni. Una visione che di fatto si contrappone a quella espressa da tempo dal Comune di Romano, quando il Consiglio comunale firmò all'unanimità un documento attraverso il quale si chiedeva l'introduzione di uno strumento tecnico legislativo che permettesse la governabilità del fenomeno di sviluppo della logistica a livello sovraccomunale, sia esso provinciale, regionale e nazionale.

"Quella di Romano non è un’acritica posizione “green” - aveva puntualizzato il sindaco Sebastian Nicoli all'epoca della richiesta - Stiamo parlando del nostro territorio e quindi credo che scelte di questa portata debbano essere pensate, ponderate, viste anche in un’ottica futura perché ciò che deve essere chiaro è anche che sono scelte irreversibili. Occorre un pensiero politico che, noi chiediamo, sia il pensiero di un territorio e non di un singolo Comune e che il territorio sia governato e non svenduto al miglior offerente. Ai colleghi sindaci ciò che chiediamo è che il territorio si coordini per far fronte, in un modo vantaggioso per tutti, a insediamenti che hanno una ricaduta non solo sul territorio d’insediamento. Occorre lavorare guardando il presente ma non perdendo di vista il futuro. Cosa vogliamo che diventi il nostro territorio? Ci sono esperienze italiane (vedi la marca trevigiana) in cui oggi ci sono distese di capannoni vuoti perché la logistica, fatto il suo corso, ha abbandonato questi luoghi. Questi sono i rischi".

La scelta di Cividate

All'interno dell'ambito però c'è anche una terza posizione quella di Cividate, che non ha firmato la lettera dei dieci sindaci pur avendo approvato la realizzazione di un polo logistico sul suo territorio.

"Condivido la definizione attribuita al nostro ruolo di sindaci e cioè il valore di “governare il cambiamento”. - ha detto Gianni Forlani -Anche a Cividate si è potuto realizzare il nuovo centro di distribuzione su un’area già convenzionata dal 2010. Fortunatamente la precedente Amministrazione, con il supporto anche di comitati ambientalisti, ha detto di no all’insediamento richiesto di un cementificio che avrebbe certamente creato grossi problemi all’ambiente pur essendo a metà strada fra Cividate e Calcio. Come noto, tra l’altro, anche Cividate è ferma da decenni: nessuno più vi investiva e questo centro logistico ci consentirà di offrire lavoro a ben 900 persone a tempo indeterminato nei prossimi tre anni. Mi preme poi sottolineare che il nostro Comune ha adottato un approccio lungimirante, facendo del tema ambientale una questione di rilievo. Per evitare che la nostra “logistica” o meglio centro di distribuzione venga vista come il peggiore dei mali noi abbiamo chiesto e ottenuto di realizzare una nuova convezione con opere di mitigazione ambientale. La realtà cividatese può qualificarsi come unicum per quel che attiene il tema delle logistiche. Una visione del tema che ha cercato di coniugare incentivo alla occupazione e tutela della sostenibilità ambientale".

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