Rivolta d'Adda

La "battaglia" sui rifiuti diventa legale: G.Eco fa causa al Comune

Il sindaco Sgroi: "Si tratta di un contenzioso dovuto, ma non voluto".

La "battaglia" sui rifiuti diventa legale: G.Eco fa causa al Comune
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Non c’era altra soluzione percorribile se non la via legale per il sindaco Giovanni Sgroi e G.Eco, la ditta appaltatrice del servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti a Rivolta.

G.Eco fa causa al Comune

Ne ha dato notizia lo scorso martedì in Consiglio comunale l’assessore al Bilancio Giacomo Melini, che ha comunicato l’incremento del fondo di riserva di 17mila euro per permettere al Comune di sostenere le spese legali derivate dal ricorso al Tar presentato da G.Eco. Le origini della controversia, come ha spiegato lo stesso primo cittadino, sono da ricercarsi nell’aumento dei costi per la gestione, il trattamento e il deposito definitivo dei rifiuti, che ha spinto l’impresa con sede a Treviglio a rivolgersi a un giudice del tribunale amministrativo per stabilire se potrà attingere dalle casse comunali per ottenere il rimborso completo delle spese già sostenute.

Sgroi: "Ci affidiamo a un legale"

"Si tratta di un contenzioso dovuto, ma non voluto dalle due parti – ha rivelato Sgroi all’assemblea consiliare – Non c’era altra soluzione. G.Eco chiedeva giustamente al Comune di contribuire alle spese fronteggiate per via dell’aumento dei costi delle materie prime. Ma hanno giocato un po’ troppo al rialzo, chiedendo prima 60, poi 80, poi 100, fino ad arrivare a 250mila euro. In una valutazione soggettiva io rilevo una piccola parte di ragione nel comportamento di G.Eco, ma da un punto di vista contrattuale, essendo firmatario di un contratto che non ammette deroghe, io non posso aumentare la tariffazione nel corso di quel contratto, altrimenti si svilupperebbe un meccanismo falso per cui chiunque abbia partecipato alla gara per l’appalto del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti potrebbe presentare reclamo.

E allora, stabilito che per contratto non potevamo dare nulla a G.Eco, c’è stata una mediazione per capire l’entità del compenso da riconoscere per i sei mesi di proroga tecnica ancora in vigore. Inizialmente, sembrava che avessimo raggiunto l’accordo, ma poi hanno iniziato a ballare 15-20mila euro che ci hanno portato ad aprire il contenzioso. Dobbiamo quindi affidarci a un legale".

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