Romano

L’ interporto e le ricadute sociali sulla città: la politica romanese si divide ma chiede di potenziare i servizi

Il protocollo d’intesa arrivato in Provincia preannuncia l’autorizzazione del maxi insediamento logistico a Cortenuova.

L’ interporto e le ricadute sociali sulla città: la politica romanese si divide ma chiede di potenziare i servizi
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Il protocollo d’intesa arrivato in Provincia preannuncia l’autorizzazione del maxi insediamento logistico a Cortenuova.

Il protocollo d'intesa

Concordi sul potenziamento  del servizi ma discordi sulla necessità del polo: Il centro intermodale di Cortenuova spacca il Consiglio. Dopo le  dichiarazioni fatte a mezzo stampa dal sindaco Gianfranco Gafforelli  in merito all’arrivo dell'interporto con centro intermodale a Cortenuova nell'area delle ex acciaierie, il suo predecessore Sebastian Nicoli è intervenuto sul tema, affrontato più volte nel corso del suo decennio di governo della città. L'opera di Cortenuova infatti è  un grande insediamento logistico che stravolgerà il territorio e avrà un impatto significativo su Romano, l’unica città con i servizi e che nell'ultimo decennio, concomitante con l'approdo di numerosi poli logistici nella calciana ha visto un incremento della popolazione dovuto all’immigrazione. Gafforelli dal canto suo è cauto e attende l'ufficialità dalla Provincia prima di assumere una posizione ufficiale ma di una cosa è sicuro.

"I servizi presenti in Città andranno potenziati - ha detto - Il Comune non potrà da solo farsi carico di tutto".

La visione green

Diversa la visione di Sebastian Nicoli che con la sua Amministrazione per dieci anni ha promosso un piano del Governo Green, che ha chiuso la possibilità ad insediamenti logistici in città oltre alle battaglie provinciali e regionali per promuovere un governo del fenomeno dello sviluppo logistico, ponderato ad un potenziamento dei servizi e infrastrutture sul territorio.

"Ho avuto modo di leggere, sui mezzi di stampa, articoli riguardanti il centro intermodale di Cortenuova - ha detto Nicoli - Opera che è a quasi esclusivo appannaggio di una società privata: importante sottolinearlo perché il fondato timore è che la si voglia qualificare come un’opera “pubblica” quando, in effetti, non lo è nella quasi totalità della sua realizzazione. Per anni, come amministrazione romanese, abbiamo posto al centro dell’attenzione come questi insediamenti, nei paesi limitrofi ai nostri, è proprio a Romano che portano il maggior impatto e, purtroppo, disagio. In questo caso, si creerebbe un ulteriore “moltiplicatore di logistiche” perché la naturale conseguenza è che le merci che lì arrivano, in buona parte vengono caricate su dei camion che percorreranno la nostra provincia in lungo e in largo, aumentando ulteriormente il carico che, qui nella bassa, si sta dimostrando sempre più pesante e insostenibile".

Il carico sociale

"Aggiungiamo – continua Nicoli - che alla nostra Città queste opere non portano un euro, non portano nemmeno opere di compensazione ma, puntualmente, il crescere di situazioni sempre più complicate da gestire. Mano d’opera non qualificata che, spesso, si accompagna a problemi e necessari interventi dei servizi sociali ormai al collasso. Sono anni che chiediamo che ci sia una politica territoriale che vada ben oltre il nostro fazzoletto di terra e lo abbiamo chiesto anche quando il Presidente della Provincia era l’attuale sindaco di Romano, puntualmente inascoltati, direi quasi snobbati. L’approccio era il solito: se i sindaci ritengono che ci siano le condizioni per farlo, lo facciano saltando a piè pari la necessità di un equilibrio territoriale che, ormai dovremmo averlo capito, se vede nascere un polo logistico nel paesino di turno, registra pure il dato per cui le persone che attrae è nella cittadina limitrofa più attrezzata che andranno a vivere. Quelle che, anni fa, ponevamo come previsioni oggi sono un’evidenza: la popolazione dei paesi attorno a Romano decresce e da noi, invece, cresce costantemente, nonostante i poli logistici siano nati a Covo, Cortenuova, Cividate, Calcio, Fara e si parla di Isso e Morengo nel prossimo futuro. Con la sua apoteosi in questo gigantesco polo intermodale che, per dimensioni, sarebbe più grande dello stesso paese che lo ospita, Cortenuova appunto".

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