"I sindaci cremaschi non alzano la mano a comando"

Secondo il primo cittadino di Casale Cremasco Antonio Grassi nell’assemblea dei sindaci per l'Area omogenea ci sarebbero state tante presunzioni: "Un inizio disastroso"

"I sindaci cremaschi non alzano la mano a comando"
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«Per l’area omogenea Cremasca un inizio al quanto disastroso». A dirlo il sindaco di Casale Cremasco Antonio Grassi che venerdì ha preso parte all’assemblea dei sindaci per l’approvazione del regolamento per l’elezione del Comitato di coordinamento della neonata Area omogenea, progetto presentato alcune settimane fa a Pieranica.

Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco

"Una decisione già presa"

«Se il buon giorno si vede dal mattino, allora il neonato organismo deve prepararsi a giornate turbolente  e tempestose - ha detto il primo cittadino di Casale - L’inizio è stato disastroso con diverse presunzioni. L’assemblea doveva discutere e approvare il regolamento per eleggere i membri del Comitato direttivo ma si è dato per scontato, invece, che l’invio a tutti i sindaci della bozza di documento comportasse l’approvazione automatica del regolamento senza discussione in assemblea e si è passati direttamente all’elezione e qui sono incominciati i guai. Stefania Bonaldi,  sindaco di Crema, affiancata dal collega Aldo Casorati di Casaletto Ceredano, ha spiegato ai presenti che in una riunione per pochi privilegiati era stata concordata la presentazione di una lista unica con i quindici sindaci da eleggere, lista costruita secondo i criteri del regolamento, non approvato dall’assemblea, con la postilla non scritta che sette membri ciascuno spettavano a centrosinistra e centrodestra, Lega compresa e uno a  Castelleone, di fatto neutro - ha proseguito Grassi - Perdindirindina: e i sindaci non allineati alle due corazzate? Viene un dubbio: l’Area omogenea rappresenta i comuni o i partiti politici? Tanto di cappello alla Bonaldi per la sincerità, meglio la brutale verità, ma in sostanza si doveva prendere atto di una decisione già presa».

La stampa a conoscenza prima dei sindaci

Ma secondo il primo cittadino di Casale ci sarebbe stato ancora qualche problema. «I nomi dei sindaci proposti dalla Bonaldi all’assemblea dovevano essere noti solo agli addetti ai lavori ma uno dei papabili di centrosinistra ha dichiarato che pure lui non era stato avvertito della sua presenza nell’elenco - ha proseguito Grassi - Ma l’ennesimo imprevisto era dietro l’angolo. Un sindaco ha mostrato un articolo pubblicato un’ora prima dell’assemblea da un giornale online. Il pezzo dal titolo “Area omogenea, coordinamento dei sindaci pre-costituito, ecco i candidati”  snocciolava con precisione i nomi esatti. La domanda viene naturale: perché non inviare ai sindaci l’elenco con i nomi da eleggere e, invece, passarli al giornale? Con il rispetto dovuto alla stampa ma i sindaci contano meno del giornale?  Per paura che qualcuno presentasse una proposta alternativa senza rispettare il modulo tattico 7 -7 -1? Sette più sette più uno e non ce n’è per nessuno!»

Assemblea sospesa e i sindaci diventano «buffoni»

Stefania Bonaldi, sindaco di Crema

Quindi la stoccata finale. «Il bilancino dei posti era tarato male e la polemica tra Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo e Gabriele Gallina, sindaco di Soncino è al calor bianco - ha ripreso il primo cittadino di Casale -  Ne è seguita un’altra altrettanto pepata tra il sindaco di Crema e quello di Fiesco, Giuseppe Piacentini che, correttamente, ha chiesto la votazione del regolamento, ottenendola. Per non farsi mancare nulla è scappa anche un’alzata di mano con una decina di sindaci che hanno votato di rimandare l’elezione del coordinamento. Stefania Bonaldi si è quindi innervosita e le è scappato un “buffoni”. Probabilmente si era confusa - ha ironizzato Grassi - L’ambaradan non era certo ascrivibile a chi chiedeva di essere informato e di applicare le normali regole democratiche. Ma nella concitazione succede di lasciarsi scappare una parola di troppo. Alla Bonaldi occorre riconoscerle l’onestà di essersi scusata pubblicamente, tra buffoni e pecoroni, di fatto,  nel Cremasco la categoria dei sindaci non è messa bene e viene difficile ipotizzare di costruire un’Area omogenea quando gli stessi sindaci sono disomogenei. E non basta un’élite, vera o presunta,  per  trasformare il territorio in una macchina da guerra coesa ed efficace».

"Regolamento a geometria variabile"

Durante l’assemblea viene proposto di rinviare la nomina dei magnifici quindici e si sospende la seduta. «Il centro sinistra in conclave nell’ufficio della Bonaldi - ha spiegato Grassi - Il centrodestra in sala Ricevimenti. Venti minuti e poi si riparte, fino alle votazioni. Quattro gli astenuti, tra loro, uno dei candidati di centrodestra eletto. Infine la chicca. Per permettere  la sostituzione del sindaco non rientrato in campo dopo l’intervallo forzoso si è dovuto votare prima il regolamento come chiesto da Piacentini, ma con l’aggiunta di una norma transitoria che permettesse la variazione, un regolamento a geometria variabile».

"Non alziamo le mani a comando"

I nomi degli eletti? Secondo il primo cittadino di Casale non sono importanti e non sono in discussione, «conta il principio, il metodo - ha concluso il sindaco - L’equivoco sta nella presunzione che tutti i sindaci alzino la mano a comando. L’area omogenea è importante per il territorio, ma l’inizio non è incoraggiante. Insistere con il  7-7-1, sconosciuto a Coverciano e mai applicato né da Massimiliano Allegri, né da Pep Guardiola e proporre di avallare decisioni già decise  porta alla morte dell’organismo. Morte per consunzione e per disaffezione. Una prece e che Dio l’abbia in gloria. Amen. Pessimista. No, realista, con la speranza di sbagliare».

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