Rivolta

Fondi regionale per bonificare aree contaminate: sarà la volta buona per l'ex discarica Zita?

Nell'area interessata dal 1966 fino al 1973/1975 sono stati stoccati rifiuti solidi urbani provenienti da Milano.

Fondi regionale per bonificare aree contaminate: sarà la volta buona per l'ex discarica Zita?
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La Regione mette a disposizione 500mila euro per la bonifica e la rigenerazione urbana di siti potenzialmente contaminati. Un’occasione d’oro per recuperare l’ex discarica in località «Zita», a Rivolta.

Fondi regionali per la bonifica

Il 7 luglio scorso Regione Lombardia ha pubblicato la delibera in cui definisce i criteri con i quali assegnerà gli incentivi per la stesura e l’esecuzione di piani di caratterizzazione o di studi di fattibilità urbanistico-edilizia finalizzati alla bonifica e alla rigenerazione urbana di siti potenzialmente contaminati. I fondi stanziati sono destinati ai Comuni non responsabili della contaminazione o che agiscono d’ufficio, oltre ai proprietari di aree potenzialmente contaminate, purché anche loro non responsabili del disastro ecologico.

Per i Comuni il contributo erogato può coprire il 100% del costo sostenuto, fino all’importo massimo di 50mila euro per la redazione o l’aggiornamento di piani di caratterizzazione. Fino a un massimo di 100mila euro, invece, per l’esecuzione di piani di caratterizzazione oppure fino a un massimo di 25mila euro per la redazione di studi di fattibilità urbanistico-edilizia.

L'ex discarica "Zita"

Un’opportunità davvero ghiotta per mettere mano all’area di migliaia e migliaia di metri quadrati della ex discarica che risulta chiusa ma non bonificata, nella quale dal 1966 fino al 1973/1975 sono stati stoccati rifiuti solidi urbani provenienti da Milano. Nel 1993 la Provincia aveva steso una relazione tecnica sullo stato di fatto dell’area, ma la Giunta aveva poi negato il nulla osta, così alla comunità rivoltana non arrivò mai il finanziamento per la bonifica. Poi l’argomento divenne tabù e finì nel dimenticatoio, almeno fino al 3 aprile 2015, quando l’allora consigliere di minoranza Giacomo Melini presentò un’interpellanza che smosse le acque.

Il dibattito politico

L’ultima volta che si è trattato l’argomento è stato nel Consiglio comunale dello scorso 8 gennaio, quando il capogruppo di «Rivolta al futuro» Gualtiero Debernardi ha interrogato la maggioranza in merito.

«L’anno scorso, facendo seguito a quanto approvato da questo consesso, era stata stanziata una cifra, sebbene non molto alta, per fare delle analisi - aveva detto - quest’anno non ne ho sentito parlare. Cosa si intende fare?».

«I soldi ci sono ma anche i problemi con la proprietà, soprattutto perché la Provincia si è defilata - aveva rivelato il primo cittadino Fabio Calvi - dice che non c’è necessità di un intervento. Dobbiamo capire se la proprietà si renderà disponibile a farci entrare per realizzare i pozzi».

Lo stesso consigliere, una volta a conoscenza del bando, ha chiesto conto delle intenzioni della Giunta.

Al nostro settimanale l’assessore all’Ambiente Andrea Vergani ha replicato così: «Stiamo valutando se sussistono i presupposti per permettere al Comune di partecipare».

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