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DDL Zan e Vaticano, parlano i sindaci della Bassa

Sono in pochi i primi cittadini della zona che si sono espressi sulla vicenda

DDL Zan e Vaticano, parlano i sindaci della Bassa
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Tutti contro l'omofobia, ma nessuno a favore del Ddl Zan. Così molti sindaci della Bassa bergamasca, soprattutto ora che il Vaticano ha fatto sentire la sua voce denunciando una presunta violazione del Concordato, dal momento che secondo alcune interpretazioni il nuovo disegno di legge contro l'omo-bi-transfobia limiterebbe la libertà di espressione di chi, come molti nel Clero, sostiene posizioni dichiaratamente omofobe.

Il parere del sindaco di Cividate

Interpellati dal Giornale di Treviglio, sono davvero in pochi i primi cittadini della zona che si sono espressi sulla vicenda, e nessuno in modo totalmente favorevole al ddl. Il più vivace sostenitore della polemica aperta dal Vaticano, con la ormai celebre nota all'Ambasciata d'Italia nella Santa Sede, è stato il sindaco di Cividate Giovanni Battista Forlani, già presidente dell'Agesc - Associazione nazionale dei Genitori delle scuole cattoliche. Che anzi ha colto l'occasione per ribadire il suo No anche alle Unioni civili, peraltro già normate, spiegando che si appellerà all'obiezione di coscienza per non celebrarne mai, nemmeno i futuro.

Come la pensa il sindaco di Treviglio

A Treviglio, il sindaco leghista Juri Imeri appare (come spesso capita) più moderato del resto del suo schieramento, e auspica un nuovo testo "migliorato".

"È doverosa qualsiasi azione, anche legislativa, che possa essere utile per contrastare ogni tipo di discriminazione e di violenza - premette - Da questo punto di vista credo che il Ddl Zan, così come è scritto oggi, non possa essere più efficace delle norme già vigenti e, soprattutto, non possa contribuire a un vero e proprio cambiamento di mentalità e cultura, ma semmai rischi di esasperare i toni. La discussione sul tema, come conferma la nota del Vaticano, è vivace e dinamica: mi auguro che questo possa portare alla stesura di un documento migliorato e condiviso anziché a sterili battaglie di copertina che sicuramente regalano visibilità a qualcuno, ma perdono di vista l'obiettivo vero al quale tutti vogliamo arrivare".

Il sindaco di Caravaggio non si sbilancia

Non si sbilancia in favore del DDL nemmeno il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini, pur vicino al Partito democratico che ha proposto il disegno di legge.

"L’Italia è uno stato laico e non confessionale: al Parlamento compete la facoltà di legiferare e quindi di valutare che una legge rispetti i principi fondamentali della Costituzione e gli accordi internazionali in essere, tra i quali vi è anche il Concordato con la Chiesa cattolica - ha commentato Bolandrini - Confido che il Parlamento saprà conciliare il rispetto dell’articolo 2 dei Patti Lateranensi che garantisce alla comunità dei Cattolici 'la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione' con la necessità di condannare e contrastare con fermezza e senza alcuna ambiguità l’omofobia e la transfobia e ogni forma di discriminazione lesiva della dignità della persona. Vista la complessità e delicatezza della questione, mi auguro che venga affrontata nelle sedi opportune (se necessario fino ad arrivare nella commissione paritetica, prevista dal Concordato) senza alimentare inutili strumentali guerre ideologiche e fanatismi".

Il sindaco di Calvenzano chiede chiarezza

In mezzo al guado anche Fabio Ferla, sindaco civico di Calvenzano.

"L'argomento è molto più complesso e delicato di come non vogliano farlo apparire quelli che si schierano pro o quelli che si schierano contro - spiega - Premesso che l'Italia è il paese dei decreti, metterei due punti fermi: i diritti civili chiunque li difende, da destra al centro e a sinistra, chiesa cattolica o buddisti; nel diritto vale un termine, la persona. Io che non ho una formazione normativa, non entro nel merito del Ddl Zan, ma mi sembra che tutti ne parlino senza averne le competenze. Però, personalmente, sono contrario a tutti questi bizantinismi normativi, perché pensando di tutelare qualcuno si rischia di creare nuove discriminazioni. Tutti parlando di semplificazione delle leggi, anche per snellire i processi, e invece mi sembra si stia andando a 'piegare' le leggi alle mode del momento o inseguendo i sentimenti del momento. Sono a favore del diritto. E un reato, quando è definito nell'ordinamento è tale: l'omicidio tale è che sia commesso nei confronti di una donna, di un omosessuale, di un bambino... In questo caso il reato c'è. E' il mancare di rispetto, offendere la persona, chiunque sia, qualunque sia il suo credo religioso o l'orientamento sessuale".

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