I dati degli stagisti minorenni del Comune finiscono online

I dati degli stagisti (minorenni) del Comune finiscono online, senza censure. E a Palazzo Pignano scoppia il caos, con la minoranza che si rivolge al Garante della privacy.

I dati degli stagisti minorenni del Comune finiscono online
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I dati degli stagisti (minorenni) del Comune finiscono online, senza censure. E a Palazzo Pignano scoppia il caos, con la minoranza che si rivolge al Garante della privacy.

Polemica a Palazzo Pignano

A sollevare il caso è stato l'ex consigliere di minoranza Fiorenzo Luppo, che "su segnalazione di un concittadino" ha messo sotto la lente l'albo pretorio online del Comune, trovando diversi documenti che secondo la minoranza non dovrebbero essere lì. Accessibili a qualsiasi internauta e senza i consueti "omissis" che oscurano i dati personali delle persone interessate.

I documenti degli stagisti

Anche perché in questo caso, a finire online sono state le convenzioni per i tirocini in alternanza scuola/lavoro che gli studenti delle superiori devono effettuare nel corso dell'anno scolastico. Spesso a "ospitare" i ragazzi sono proprio Comuni ed enti pubblici, ma in questo caso Palazzo Pignano pare abbia preso l'imperativo della trasparenza un po' troppo alla lettera. Nel caso specifico, Luppo ha potuto trovare le convenzioni relativa ad almeno tre ragazzi, del "Pacioli" e dello "Sraffa", comprensivi di progetto formativo individuale e orari di presenza in Comune per l'alternanza.

On line anche indirizzi e recapiti

"Oltre a nome e cognome, vengono riportati in chiaro anche luogo e data di nascita, codice fiscale, indirizzo di residenza, numero di telefono e indirizzo email personale. Questo non solo per soggetti adulti, ma anche di minorenni" spiega il consigliere.

Il ricorso al Garante

Luppo non ha esitato a rivolgersi al Garante, segnalando la presunta irregolarità e sollecitando a intervenire nei confronti del sindaco Rosolino Bertoni, in quanto responsabile dell'ente. "Trovo sconcertante la leggerezza con cui il comune di Palazzo Pignano mette in piazza tutti quegli elementi che un malintenzionato può utilizzare per costruirsi con facilità una identità diversa dalla propria" spiega Luppo.

Le richieste a Bertoni

“Le pubbliche amministrazioni non devono richiedere il consenso dell'interessato, purché il trattamento sia effettuato nell'ambito dello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali” recita il Garante della privacy. Sarà proprio il Garante ora a stabilire se la pubblicazione di quei documenti rientrava nelle funzioni del Comune stesso. Luppo chiede di "prescrivere al titolare (il sindaco Bertoni, ndr) le misure opportune o necessarie per rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti. E di "disporre il blocco o vietare, in tutto o in parte, il trattamento che risulta illecito o non corretto".

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