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Consiglio comunale da remoto? Il sindaco apre: "Non vedo perché no"

Il tema è stato portato all’attenzione dal gruppo di minoranza di centrosinistra "Boltiere Futura" con un’interrogazione

Consiglio comunale da remoto? Il sindaco apre: "Non vedo perché no"
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A Boltiere i consiglieri comunali potranno partecipare alle sedute del Consiglio da remoto. Mancano gli atti ufficiali, ma almeno nelle intenzioni, l’Amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Osvaldo Palazzini, si è detta favorevole a introdurre la possibilità per i consiglieri di seguire e partecipare in streaming alle sedute in caso di impedimenti fisici o personali.

Consiglio da remoto: "Perché no?"

"Non vedo nessun problema a dare questa possibilità, purché sia motivata da reali impedimenti", ha spiegato Palazzini.
Una necessità che, finora, non era mai emersa in Consiglio (mentre in Giunta era una prassi già adottata), ma che è stata portata all’attenzione dal gruppo di minoranza di centrosinistra "Boltiere Futura" con un’interrogazione che riceverà risposta nel prossimo Consiglio comunale.

L'interrogazione di "Boltiere Futura"

"Visionando le delibere di Giunta dell’ultimo periodo, abbiamo notato che spesso è stata data la possibilità agli assessori di partecipare in videoconferenza - si legge nel testo dell’interrogazione - Per questo, in caso di situazioni particolari che potrebbero impedire la presenza fisica di alcuni consiglieri (motivi di salute, impegni inderogabili), chiediamo se sia possibile consentire anche ai consiglieri comunali di partecipare in videoconferenza. Questa opzione sarebbe utile per garantire la continuità dei lavori del Consiglio e permettere a tutti i membri di partecipare pienamente, anche in caso di difficoltà logistiche e personali".

Dopo il "caso Colombo" a Treviglio

Il riferimento non è esplico, ma è difficile non pensare al "caso" scoppiato a Treviglio qualche settimana. Qui, davanti a un’interrogazione simile - presentata dalla capogruppo del Pd trevigliese Matilde Tura e finalizzata principalmente alla tutela della maternità - l’Amministrazione trevigliese, per bocca di Silvia Colombo (FdI) ha rigettato la proposta con un’infelice uscita, diventata poi "caso nazionale", dove si consigliavano le dimissioni nel caso la gravidanza impedisse la partecipazione in Aula.
La bufera politica che ne è seguita ha spinto, poi, la consigliera alle Pari Opportunità della Provincia di Bergamo Miriam Campana a scrivere ai Comuni per invitarli a rivedere i propri regolamenti "in attuazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione".

"La partecipazione di persona resta fondamentale - ha aggiunto Palazzini - Tuttavia, in casi particolari, come anche una gravidanza, questa opportunità non vedo perché non dovrebbe essere garantita. D’altra parte, già in Giunta è successo di utilizzarla, senza problemi".

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