Politica

Consigli comunali da remoto, dalla Provincia l'invito a garantire pari opportunità

Dopo il "caso" scoppiato a Treviglio arriva la proposta, inviata ai Comuni, di rivedere i propri regolamenti

Consigli comunali da remoto, dalla Provincia l'invito a garantire pari opportunità
Pubblicato:

Dopo il "no" di Treviglio alla partecipazione da remoto ai Consigli comunali arriva, dalla Provincia, l'invito a garantire le pari opportunità a tutti i rappresentanti.

Il "no" di Treviglio risveglia la lotta ai diritti

Ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale. A distanza di una settimana dal caso, diventato nazionale, che ha travolto l'ormai ex consigliera trevigliese di Fratelli d'Italia Silvia Colombo, si torna a parlare di partecipazione e diritti. Lo spunto arriva da una lettera inviata ai Comuni a firma della consigliera alle Pari Opportunità della Provincia di Bergamo Miriam Campana. Un invito che sa quasi di rimprovero, almeno a Treviglio, dove durante l'ultima riunione del Consiglio comunale la maggioranza di centrodestra del sindaco Juri Imeri ha respinto una mozione presentata dalla capogruppo di minoranza del Pd, Matilde Tura, che chiedeva - in determinate circostante, tra le quali la gravidanza a rischio - di poter partecipare alle sedute da remoto. Una prassi che, in tempi di Covid, era stata ampiamente utilizzata senza particolari disagi.

La bufera dopo le parole di Colombo

Un diniego he era stato motivato in Aula da un intervento della consigliera Silvia Colombo, diventato poi un caso politico nazionale.

"Tutti possono avere degli imprevisti e se si salta un Consiglio non succede niente - aveva esordito Colombo - A noi viene dato annualmente il calendario delle sedute, quindi sappiamo già quando saremo impegnati. E’ ovvio che nella vita ci sono delle priorità e se uno ricopre la carica di consigliere comunale al primo posto deve metterci la partecipazione. Poi nella vita capitano cose belle come la nascita di un figlio o cambiare lavoro, o anche cose brutte come una malattia. Allora forse bisogna riguardare le proprie priorità, La partecipazione alla vita del Consiglio comunale può diventare secondaria, ma a quel punto la vera forma di rispetto per chi partecipa e nei confronti di chi ci ha votato è quella di dimettersi e lasciare posto a chi ha la possibilità di dedicarsi pienamente senza trovare mezze misure, come quella di arrivare spesso in grande ritardo. La presenza fisica è imprescindibile e quella remoto non può sostituirla - ha proseguito la consigliera di maggioranza. Qualcuna ha portato il proprio figlio alla conferenza capigruppo, ci sono stati anche europarlamentari che hanno portato i figli in Aula. Abbiamo fatto dei passi avanti ma con il remoto torniamo indietro. Se non siamo in grado di ritagliarci due ore al mese dovremmo riflettere".

La reazione politica e le dimissioni

Parole di un certo peso che non sono passate inosservate e hanno scatenato reazioni politiche altrettanto pesanti. La bufera ha travolto Colombo che, prima ha tentato di scusarsi spiegando di "essere stata fraintesa", poi, qualche giorno più tardi, ha rassegnato le dimissioni da capogruppo di Fratelli d'Italia e dal Consiglio comunale senza risparmiare un attacco al suo stesso partito accusato di aver affrontato la questione con leggerezza.

La proposta della Provincia

Così, cogliendo l'occasione della Giornata internazionale della donna - che ricorre proprio domani, 8 marzo - la Provincia di Bergamo si è fatta promotrice di un'iniziativa di sensibilizzazione verso tutti i Comuni del territorio.

"Al fine di promuovere presso le amministrazioni locali una maggiore consapevolezza delle esigenze di attuazione dei principi di pari opportunità e non discriminazione, vi invito, ove non già previsto, a rivedere i vostri regolamenti che normano il funzionamento del Consiglio comunale e degli altri organi collegiali, prevedendo la modalità di svolgimento da remoto delle sedute degli stessi - si legge nella lettera di Campana - In applicazione dei principi delle pari opportunità, ritengo infatti essenziale che le consigliere e i consiglieri comunali che abbiano esigenze connesse alla situazione familiare di maternità, paternità o disabilità possano esercitare il proprio ruolo di rappresentanti dell’Ente a essi attribuite senza ostacoli, in attuazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione".

Il riferimento, già chiaro, diventa inequivocabile in chiusura: "In particolare appare necessario tutelare la donna sin dalla gravidanza, qualora le condizioni della stessa richiedano attenzioni che possano preservarne la salute fisica e psicologica", prosegue Campana  confidando in una valutazione positiva della proposta. Chissà, a questo punto, cosa deciderà Treviglio.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali