Cittadinanza: Pd, Forza Italia e M5S sono concordi sullo "Ius Scholae"
Al convegno di Treviglio gli interventi degli europarlamentari Gori e Pedullà e dell'onorevole Benigni
"Serve una riforma che metta al centro i diritti di bambini e ragazzi che sono italiani di fatto ma non di diritto". Con queste parole la capogruppo del Pd di Treviglio Matilde Tura ha aperto venerdì della scorsa settimana, nello Spazio Hub di piazza Garibaldi, il convegno organizzato dal circolo locale sul tema della cittadinanza italiana.
Cittadinanza italiana
Un argomento diventato di attualità, vista anche la recente proposta di legge di Forza Italia sullo Ius Scholae (ovvero concedere la cittadinanza italiana a quei ragazzi che abbiamo affrontato un percorso scolastico di almeno dieci anni). Alla serata, moderata dalla stessa Tura, erano infatti presenti l’europarlamentare del Pd Giorgio Gori, il suo collega a Bruxelles Gaetano Pedullà (M5S), e il vicesegretario nazionale di Forza Italia Stefano Benigni.
"Secondo Save the Children - ha proseguito Matilde Tura nel suo intervento introduttivo - i minori con background migratorio, se riconosciuti cittadini, tendono a maturare aspettative e aspirazioni rispetto al proprio percorso di istruzione, formazione e accesso al mondo del lavoro equivalenti a quelle dei coetanei nati in Italia. Rispetto al problema demografico e di attrattività del nostro Paese è fondamentale agire in modo strutturale per creare le condizioni innanzitutto per mettere a frutto le risorse che qua si sono formate (1,3 milioni i giovani tra i 18 e i 34 anni che dall’Italia sono emigrati in Paesi dell’Unione Europea, ndr), e poi non è secondario poter intercettare un’immigrazione funzionale alla tenuta del nostro sistema, del mondo del lavoro, del sistema pensionistico. Progettando a livello europeo canali legali e sicuri e rispettosi della dignità e dei diritti umani attraverso cui gestire il fenomeno e contestualmente investire su una vera integrazione".
"La destra ha un approccio ideologico"
Tura ha quindi attaccato quei partiti che osteggiano questo percorso, a suo dire solo per tornaconto elettorale.
"La cittadinanza è un passaggio ulteriore e fondamentale di questo processo di integrazione, e ce lo confermano i dati di Save The Children su quanto sia importante per un bambino o un ragazzo sentirsi parte di una comunità per immaginare e investire qui il proprio futuro - ha chiarito la capogruppo del Pd - C’è una parte politica, le destre e l’estrema destra, che preferiscono avere un approccio ideologico speculando sul problema, fonte di consenso elettorale, anziché cercando soluzioni. Ma chi invece vuole essere interlocutore del paese reale e si confronta con il mondo delle imprese, del lavoro, della scuola e della formazione capisce che non è una questione di 'buonismo'. Il nostro auspicio è che la politica possa lavorare insieme per modificare una legge che non rappresenta più il Paese, accelerando il percorso verso una società più coesa e più giusta".
Gli interventi al convegno
Sono poi intervenuti gli ospiti del convegno. Benigni ha illustrato la proposta di Forza Italia, sottolineando che comunque "è fondamentale che ci sia il desiderio di diventare cittadini italiani e che ci sia un senso di appartenenza alla nostra società. Questo - ha spiegato Benigni - perché regalare la cittadinanza non favorisce l’integrazione e rischia di favorire l’estrema destra". Dal canto suo Pedullà ha chiarito che "è necessario riaprire i flussi regolari perché non possiamo fermare chi fugge da guerre e povertà". Giorgio Gori ha infine fatto notare come la questione sia "di interesse nazionale per garantire la produttività e mantenere il nostro tenore di vita, perché con i dati demografici attuali il sistema pensionistico non è sostenibile".
La percezione sull'immigrazione
Al convegno sulla cittadinanza ha preso parte anche Aldo Cristadoro di "Ad Intwig" che ha snocciolato i dati sul fenomeno dell’immigrazione, dai quali è emerso che la percezione degli italiani è altamente distorto. Gli stranieri sono il 9% della popolazione, ma molti pensano che siano addirittura quattro volte tanto. Secondo l’Istat, inoltre, l’immigrazione è fondamentale per contrastare il calo demografico previsto nei prossimi anni. Si stima infatti che nella provincia di Bergamo tra dieci anni ci sarà una carenza di 28 mila lavoratori, che salirà poi a 47 mila entro i prossimi vent’anni.
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